La commissione Affari Sociali della Camera ha approvato all’unanimità in data 6 maggio 2021 un ordine del giorno in cui impegna il governo ad una serie di azioni coordinate e concrete

  • per definire scelte di indirizzo che mettano la salute fisica e mentale dell’infanzia e dell’adolescenza al centro delle politiche socio-sanitarie del Paese e dei singoli territori
  • per rafforzare la medicina territoriale e ospedaliera, in particolare quella neuropsichiatrica e quella preventiva primaria, a partire dagli ambulatori dei pediatri di famiglia e dei consultori prevedendo al loro interno anche la figura dello psicologo di base, per favorire elementi volti a creare una rete sociosanitaria territoriale in materia di disturbi psicologici, che si occupino del sostegno e del supporto e che aiutino i genitori nella gestione delle relazioni intra familiari che possono essere talvolta disfunzionali, necessari per una individuazione precoce ed a una presa in carico concreta adottando un approccio biopsicosociale
  • adottare iniziative per sviluppare reti di connessioni e di servizi di sostegno con le scuole attraverso figure formate di psicologi e di servizi sociali integrati in una rete funzionale con i singoli ambiti distrettuali;
  • a promuovere, per quanto di competenza, condizioni territoriali per un’integrazione tra le politiche sanitarie e sociosanitarie, anche attraverso il budget di salute, volte ad una reale presa in carico del minore, anche con il sostegno di tutte le agenzie educative, prima fra tutte quella scolastica in sinergia e valorizzando anche le esperienze e le relazioni con realtà quali il terzo settore, il volontariato, gli oratori, gli scout, quali risorse importanti per una rete di inclusione e di aiuto per i minori più fragili e isolati dal contesto sociale;

Per dare concreta possibilità alle istanze giustamente sollevate dalla Commissione Affari Sociali, è importante chiedere con urgenza che venga affrontata una complessiva riforma del Servizio Sanitario Nazionale che

  1. riprenda e riaffermi i principi ispiratori della legge 833
  2. riveda in maniera radicale la governance del sistema socio-sanitario nazionale, in particolare la componente territoriale specie quella dedicata alle patologie croniche non trasmissibili ad alto impatto, la salute mentale e la tutela della salute in età evolutiva
  3. riformi in maniera radicale l’impianto dei dgls 502 e 517 che hanno svuotato la concreta possibilità di partecipazione e di programmazione dei territori in tutte quelle attività di alta integrazione socio-sanitaria fondamentali per rendere possibile la presa in cura dei pazienti fragili, con patologie croniche non trasmissibili ad alto impatto, la salute mentale e le iniziative di tutela a favore dei bambini e delle loro famiglie, specie quelle al cui interno è presente un minore con problemi del neurosviluppo o di disabilità

L’attuale modello di governance, dirigistico e tecnocratico, completamente avulso e slegato dai territori in cui dovrebbe esplicare la propria azione, rende inagibili e inapplicabili interventi complessi, ad alta integrazione, gli unici in grado di promuovere la salute e il benessere dei bambini e delle loro famiglie, individuare tempestivamente i segni di sofferenza, intervenire in maniera specifica, competente e pienamente integrata con il contesto sociale di riferimento nei casi di sofferenza conclamati al fine di prevenire anche le più gravi manifestazioni di disagio comportamentale.

Come previsto dalla propria proposta  di riforma del SSN chiede che

A livello sovra-distrettuale sia sviluppata  una specifica progettualità  dedicata al  bambino e alla famiglia, che vede nei  pediatri di libera scelta, nei  consultori famigliari, nell’insieme dei servizi di Npia in dialettica e continua interconnessione con il sistema scolastico e le diverse agenzie educative e sociali presenti sul territorio, il fulcro di una attività di  prevenzione/promozione della salute, attraverso “patti partecipativi di comunità”, individuazione precoce delle condizioni di patologia e relativi percorsi di cura per una piena inclusione sociale di tutti i bambini e i ragazzi coinvolti nei processi patologici e  di sofferenza somato-psichica”.

La necessità di una profonda integrazione con l’ambito sociale, deve vedere il territorio di riferimento attivamente  coinvolto nella governance (non solo marginalmente consultato come negli ultimi 20 anni con i disastri evidenti a tutti),  deve favorire il pieno coinvolgimento del volontariato  sociale e di enti del  terzo settore, cui affidare la progettazione e la gestione di  iniziative che rafforzino e integrino le funzioni socio-sanitarie neecssarie ad accrescere il benessere dei bambini e delle loro famiglie: la programmazione regionale fornisce la  cornice di riferimento,  i macro-obiettivi e le risorse economiche: progettazione, sviluppo e attuazione devono essere devolute all’ambito territoriale  in una matura sussidiarietà verticale

La governance, non può essere né monocratica né aziendale, ma deve necessariamente includere la rappresentanza dei territori: comuni e  realtà associative organizzate, così da realizzare un governo partecipativo territoriale fondato sul concetto di welfare generativo in grado di mobilitare risorse, anche economiche, aggiuntive. “

Fulcro della azione di prevenzione, anche sociale, rivolta anche al contrasto delle inaccettabili e crescenti forme di povertà e esclusione sociale, devono essere “patti partecipativi di comunità”, possibili solo nella misura in cui i territori siano messi in condizione di indirizzare concretamente la azione dei distretti socio-sanitari, entrando direttamente nella governance territoriale, temperando l’eccesso di dirigismo manageriale  monocratico regionale che ha trasformato il sistema sanitario regionale territoriale in un luogo svuotato di partecipazione sociale, che ha impoverito le capacità di iniziativa dei territori e delle tante professionalità sanitarie e socio-sanitarie di cui è ricco il nostro paese: pediatri, Npia, psicologi, educatori, riabilitatori, assistenti sociali.

L’emergenza bambini è grave e drammatica: accanto alla grave denatalità è destinata a impoverire il paese  e precipitarlo in una crisi di cui si vedranno le conseguenze più gravi tra qualche anno.

INSIEME è dalla parte dei bambini e delle loro famiglie e chiede un  ruolo più incisivo del Garante per l’Infanzia affinché sia dotato di veri poteri di sorveglianza sulle azioni delle varie amministrazioni nazionali e regionali.

Il  Servizio Sanitario Nazionale a tutela universale radicato  nel  territorio si salva solo se si supera la logica pseudo-assicurativa prestazionale che lo governa, e se si attua coraggiosamente una riforma che punti sul coinvolgimento attivo di tutte le realtà territoriali presenti nei vari ambiti, potenzi la azione del volontariato e delle strutture del terzo settore, adotti una logica di welfare generativo che riaffidi il protagonismo ad una comunità civile solidale capace di mettere al centro il bene comune, cominciando dalla tutela dei più piccoli e fragili.

Massimo Molteni

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