Il governo Meloni è entrato in carica il 22 ottobre 2022. Alla stessa data entrava” in carica” l’opposizione. Due anni sono un lasso di tempo sufficiente per tentare un bilancio dell’azione di governo e di quella dell’opposizione.
Il governo Meloni si muove su sentieri stretti: i mercati finanziari, lo spread, l’Unione europea, gli impegni internazionali, le alleanze… Sta in galleggiamento.
Il sovranismo “addomesticato”
La Patria è concretamente Stato-Nazione con Nord, Centro, Sud e Isole, è Amministrazione statale, Regioni, Comuni: è una Repubblica. La Patria è collocazione internazionale nell’Europa e nel mondo, non è un atollo nell’Oceano.
Bassa occupazione femminile e bassa natalità sono legate: le donne che lavorano non fanno figli, quelle che li fanno smettono di lavorare. Secondo il demografo Alessandro Rosina, l’Italia è oggi il paese con il tasso più basso di persone sotto i trent’anni in Europa: il 25%. All’indomani della seconda guerra mondiale le persone sotto i trent’anni nel Paese erano il 50% della popolazione. Servirebbero politiche di lunga gittata. Per fare le quali occorrerebbe una coesione nazionale che non c’è, che si dovrebbe costruire su un patriottismo comune, pre-ideologico e pre-partitico.La politica ideologica di Fratelli d’Italia che accusa non più i comunisti – questo lo faceva Berlusconi – ma la sinistra di essere antipatriottica e di non difendere i confini non favorisce la costruzione di un “idem sentire” nazionale.
L’idea-guida è che stare all’opposizione significhi accumulare indefinitamente forze da scagliare quotidianamente contro il governo in carica, avendo la massima cura di sostenere sempre il contrario di quanto dice e fa il governo.
Non è un’idea originale. Ripropongono specularmente i comportamenti delle attuali forze di governo, quando si trovavano all’opposizione. Così, sul piano dei contenuti di programma alternativi a quelli del governo, in realtà si fa opposizione ideologica.Clamoroso il caso del 4+2 proposto dal Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, previsto dal DdL di riforma dell’istruzione tecnico-professionale, approvato il 31 luglio scorso. Esso introduce il modello della filiera tecnologico-professionale, che salda la formazione tecnica e professionale con due anni di ITS. È il tentativo di integrare saperi e lavoro e di dare dignità culturale al lavoro.Connessione più stretta tra istruzione e produzione
Soprattutto, cerca di connettere il sistema dell’istruzione con la produzione. Compito del sistema di istruzione non è solo quello di garantire equità, ma anche di sviluppare le forze produttive. Questa riforma, che è stata un’antica ispirazione della sinistra comunista e cattolica – fin dalla Commissione Gemelli del 1945 – oggi viene contestata da un’ideologia che ha sostituito allo sviluppo delle forze produttive quello dell’espansione indefinita dei diritti, al primato della produzione quello della distribuzione.Così il lavoro finisce per equivalere a sfruttamento. Donde la richiesta referendaria di abolire il Jobs Act. Per quanto concerne la politica delle istituzioni, è in atto da un paio d’anni una regressione totale: il premierato sconfinerebbe nella democrazia illiberale, l’autonomia differenziata sarebbe la fine dello Stato unitario.
I fatti non contano, prevale l’ideologia
Tutto clamorosamente enfiato e falso. Ma, appunto, la realtà/verità non conta. Ciò che è importante è raccogliere tutti i rivoli di opposizione, di scontento, di rabbia e di corporazione non per costruire un’opposizione di governo, ma per rovesciare il governo. E dopo? Mentre la Destra, una volta rinchiusa nei vincoli del governare, ha incominciato a malincuore, un po’ spinte e un po’ sponte, a fare i conti con la realtà, questa non sembra essere il punto di riferimento delle opposizioni. Che sono talmente frammentati che è diventato impossibile contenerli tutti in un solo recinto, quello del “campo largo”.Più il campo è largo e più il programma di governo dovrebbe essere unitario e cogente. Così non è e non sarà. Così, un governo che galleggia e un’opposizione senza timone stanno sotto producendo una silenziosa crisi di sistema.
Il bipolarismo italiano e l’alternanza dell’opposizione
Questo modo di praticare “l’alternanza di opposizione” non è senza conseguenze sulla qualità del governo, quando ci si arrivi. Perché il governo diventa inevitabilmente “corporativo”, dovendo riempire troppe pance, cui erano state promesse leccornie in quantità. Oppure delude rapidamente, perché molte promesse non si possono mantenere. Oppure resta paralizzato tra opposte domande.Qual è la causa profonda di questa teoria e pratica del bipolarismo? Che la politica ha cessato di rivolgersi a tutti i cittadini, si rivolge a fazioni, a parti, a corporazioni di interessi. Perciò ha cessato anche di essere democratica.
È una politica di partiti divenuti sempre di più autocratici. Così ai cittadini la politica appare ormai come un ring da guardare, se si ha voglia, non più un’arena di discussioni e di deliberazioni. L’effetto? L’astensionismo incessantemente in crescita. Che non è colpa del maltempo.Il voto “con i piedi”, che vanno in tutt’altra parte rispetto alle urne, è il vero voto anti-sistema, che apre dei vuoti sotto le strutture della democrazia rappresentativa.