Premetto che non mi entusiasma tanto il termine “Centro” perché credo che in politica contino idee, proposte e programmi, non le categorie geometriche!
Pur tuttavia, se per “Centro” intendiamo
- uno spazio di aggregazione dell’area popolare e cattolica, da anni nella diaspora e frammentata in movimenti, gruppi, associazioni… che sia in grado di valorizzare il meglio delle altre culture politiche coerenti con l’esperienza cristiana,
- un’opportunità per intercettare gli elettori che oscillano tra la rabbia e la protesta da una parte e, dall’altra, l’astensione ed il partito del non-voto,
- un Nuovo Soggetto Politico identitario per quanti sono convinti che la Dottrina Sociale della Chiesa rappresenti un baricentro forte, valoriale e programmatico, nelle turbolenze dell’attuale quadro politico e nel vuoto di una prospettiva futura stabile e credibile,
allora utilizziamo questo termine, per condividere un linguaggio comune e comunicare con qualche strumento convenzionale che ci consenta di confrontarci e dialogare nella chiarezza e nella lealtà.
E’ interessante il risveglio che si sta registrando da alcune settimane proprio sulla costituzione di un “Centro” come risposta alla crisi degli attuali partiti e schieramenti.
E’ altrettanto inevitabile che tale risveglio, che si manifesta in una serie di appelli e dichiarazioni, generi qualche sospetto e soprattutto il dubbio che il crescente affollamento al centro non nasconda l’ennesima operazione di trasformismo, di cui è necessario riconoscere i segnali e le caratteristiche per evitare un fallimento che renderebbe ancora più complicato ogni tentativo di ricomposizione di una precisa area politica.
Tante possono essere le definizioni del trasformismo, l’importante è individuarne i connotati essenziali: non si tratta della sana e positiva flessibilità a modificare il proprio punto di vista per lavorare insieme agli altri nel confronto costruttivo e propositivo, quanto piuttosto di un atteggiamento spesso spregiudicato che tende ad anteporre la convenienza puramente elettorale, a garanzia di qualche posizionamento personale, alla coerenza con principi, valori, idee che costituiscono gli elementi di fondo di una proposta politica organica e stabile.
Se vogliamo contribuire al rilancio tanto auspicato da più parti del cosiddetto “Centro” il primo nostro impegno è smascherare ogni tentativo di trasformismo e sgombrare il campo da ogni comportamento incoerente e da strumentalizzazioni che nuocerebbero gravemente al nostro percorso di ricomposizione di un’area nell’autonomia e nella discontinuità rispetto alle esperienze del passato.
Spetta a noi assumere questo impegno con coraggio e determinazione!
Oreste De Pietro