Chissà in quanti ricorderanno l’esilarante parodia con cui Oreste Lionello raffigurava Saddam Hussein dopo la prima guerra del Golfo: “Agg vint a guerra”, s’intestardiva a far dire al satrapo iracheno il nostro comico, insieme ad altre sciocchezze che hanno portato, poi, il dittatore a finire impiccato qualche anno dopo(CLICCA QUI).

E’ inevitabile pensarci dopo la marea di chiacchiere che ci sono state ancora un volta ammannite ieri dopo la chiusura delle urne dalle quali è uscita ribadita l’ampiezza del fossato che divide il paese reale da quello legale. E senza che la nostra politica mostri un solo segnale di riflessione, meno che mai di ravvedimento.

Alcuni dei nostri politici sono sicuramente impegnati per emulare in sedicesima la qualità del  Raʾīs di Bagdad visto che, invece di porsi il problema della fuga delle urne, segno del disprezzo nei loro confronti, s’ingegnano ad inventarsi alchimie elettorali, come quelle legate all’eliminazione del ballottaggio, nell’illusione che possa così essere messa una pezza sull’enorme buco dell’astensione che suona solo come loro disdoro.

 

 

About Author