A ottobre, l‘indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic) registra un aumento dello 0,9% su base annua (da +0,7% del mese precedente).
L’accelerazione del tasso d’inflazione è legata all’andamento dei prezzi dei beni alimentari non lavorati (da +0,3% a +3,4%) e, in misura minore, dall’attenuazione della flessione di una parte di quelli dell’energia energetici, dall’accelerazione degli alimentari lavorati (da +1,5% a +1,7%) e di quelli dei servizi trasporti (da +2,4% a +3,0%).
Una compensazione è dovuta al rallentamento in altri settori energetici e dei prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +4,0% a +3,6%). Nel mese di ottobre l'”inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, resta stabile a +1,8% e quella al netto dei soli beni energetici sale a +1,9% (da +1,7%).
La dinamica tendenziale dei prezzi dei beni registra una flessione meno ampia rispetto al mese precedente (da -0,9% a -0,5%) e quella dei servizi risulta in decelerazione (da +2,8% a +2,7%).
I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona accelerano su base tendenziale (da +1% a +2%),
L’inflazione acquisita per il 2024 è pari a +1% per l’indice generale e a +2% per la componente di fondo.
Con la ripresa dell’inflazione, il Codacons chiede al governo di studiare misure specifiche per contenere la crescita dei listini al dettaglio in occasione delle prossime festività natalizie ed evitare un salasso sulle tasche delle famiglie italiane. Per una famiglia con due figli ciò equivale ad un aggravio di spesa pari in media a +228 euro annui solo per l’acquisto di cibi e bevande. Un dato che preoccupa perché le famiglie, nel corso del 2024, hanno già tagliato i consumi alimentari dell’1% proprio per far fronte ai sensibili rincari dei prezzi che negli ultimi due anni hanno investito il comparto.