Anche in occasione dell’incontro del G7, organizzato in Cornovaglia dal Regno Unito, è emerso il difficile rapporto tra Unione europea e britannici a seguito della Brexit. Resta ancora del tutto incerta la possibilità di raggiungere un accordo che, in particolare, deve definire il tipo di frontiera in Irlanda tra la Repubblica che ha come capitale Dublino e la parte del Nord. Poi, restano le frizioni in materia di pesca che hanno visto il confronto duro, giocato anche con un piccolo dispiegamento delle flotte, si fa per dire, tra Regno Unito e Francia nei pressi delle piccole isole del Canale.

E’ evidente che tutto ciò compone però solo una frazione del più grande contenzioso economico e commerciale tra Ue e Uk, oggettivamente esploso con la decisione di quest’ultimo paese di uscire dall’Unione europea.

I recenti dati indicano che l’Europa, nel suo insieme, rimane il principale partner commerciale del Regno Unito. Ma la Cina ha sostituito, per la prima volta, la Germania come il più grande mercato d’importazione. In parte, per la domanda di tessuti cinesi utilizzati per realizzare maschere facciali e per i prodotti elettrici. Le importazioni di beni dalla Cina sono aumentate del 66% dall’inizio del 2018 raggiungendo i 16,9 miliardi di sterline nel primo trimestre del 2021. Nello stesso periodo, invece, le importazioni dalla Germania sono diminuite di un quarto, scendendo a 12,5 miliardi di sterline.

Il commercio totale – che include importazioni ed esportazioni – di beni con i paesi dell’UE è diminuito del 23,1%  rispetto al primo trimestre del 2018 mentre è calato solo dello 0,8% con i paesi extra UE.

La reazione di molte delle imprese britanniche è negativa ed aumenta il numero di quelle che indicano nelle conseguenze della Brexit la sfida principale, più ancora da quelle rappresentate dalla Covid -19. Una grande lamentela riguarda il carico burocratico in più che si è aggiunto dopo la decisione di uscire dall’Europa.

 

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