L’ intervento che ha tenuto al Meeting di Rimini mostra come il Presidente Mattarella non sia solo il garante della Costituzione ed il punto di equilibrio nei frangenti più controversi della vita politica del Paese, ma, in un momento di generale disorientamento, di problematica e confusa “transizione”, rappresenti, di fatto, la guida morale dell’ Italia.
Nelle sue parole questi tre profili della sua figura non sono semplicemente accostati, ma si tengono reciprocamente, rinviano l’uno all’altro e risultano, a maggior ragione, credibili nella misura in cui si coglie chiaramente la coerenza interna che li connette.
E’ comprensibile l’ entusiasmo che il suo discorso ha suscitato tra i giovani perché, più di altri, sono alla ricerca di cose vive e vere. Le trovano nelle parole di un Presidente che, senza alcuna forzatura, senza ricercare colpi di teatro, anzi secondo un profilo pacato, rispettoso e prudente che taluni gli hanno perfino rimproverato, come fosse irrilevante, ha saputo trasformare la funzione di arbitro in un ruolo di guida, rispettando in ogni caso e rigorosamente poteri e limiti delle sue attribuzioni costituzionali.
Quando parla Sergio Mattarella, soprattutto i più giovani che hanno un sensorio più limpido e più immediato, capiscono che dice quel che pensa ed, anzi, quel che, nella sua coscienza e nella cultura che gli appartiene, vive.
I giovani giustamente diffidano dei maestri astratti ed, ancor più, dei pedagoghi pedanti che pur abbiamo conosciuto in altre stagioni. Credono ai testimoni ed a loro con fiducia si affidano.