“L’articolo 34 del Dl Sostegni istituisce un nuovo Fondo per l’inclusione delle persone con disabilità. Occorre dare atto al Governo e al neo-ministro Erika Stefani di aver dato un segnale importante: un nuovo Fondo di 100 milioni non è poca cosa. Secondo il sito del Ministero per le disabilità, le risorse saranno dedicate a progetti concreti per migliorare, semplificare la vita e garantire i diritti di queste persone, di ogni eta’. Bene, ma la definizione delle finalità del Fondo è ancora troppo generica”. E’ quanto si legge in una nota di ANDEL, Agenzia Nazionale Disabilità e Lavoro.
“Il Parlamento, nell’esame del decreto- chiede ANDEL- indichi le priorità a cui destinare le nuove risorse. E nel farlo consideri attentamente che norme troppo generiche favoriscono la dispersione delle risorse in mille ‘progetti’ sulla cui efficacia vi è poi una bassissima capacità di controllo”. Il suggerimento di ANDEL: “In primo luogo, si specifichi che le risorse del Fondo sono destinate all’inclusione lavorativa delle persone disabili, vera emergenza nazionale, soprattutto a seguito della pandemia”. In secondo luogo, “si specifichi che questa finalità va perseguita attraverso il finanziamento di percorsi individuali di accompagnamento al lavoro: unica modalità efficace per fare in modo che le persone disabili arrivino davvero al posto di lavoro e che il peso di inserimenti fatti male non si scarichi sulla produttività delle aziende”.
L’Agenzia Nazionale Disabilità e Lavoro conclude: “Solo i percorsi individuali di accompagnamento, realizzati in partnership fra uffici di collocamento mirato e Terzo Settore, portano la persona giusta nel posto di lavoro adatto, senza gravare impropriamente sulle imprese e sugli enti pubblici. E’ un segno di grande arretratezza che l’Italia non riesca ancora a organizzare delle vere politiche attive per il lavoro delle persone disabili. Il nuovo Fondo può essere l’occasione per far ripartire questo cantiere”.