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Armi negli Usa: intervento dei vescovi su una grave piaga

Allarme armi. “Purtroppo oggi gli investimenti che danno più reddito sono le fabbriche delle armi. Terribile, guadagnare con la morte”, afferma papa Francesco. Nell’ultimo anno il valore delle azioni dei produttori di armi è aumentato in media del 25%. Un’industria in crescita  da almeno due decenni.

A lanciare l’allarme è la Conferenza episcopale degli Stati Uniti (Usccb). “La violenza legata all’uso delle armi da fuoco è diventata una piaga che continua incontrollata che si diffonde in tutto il nostro Paese- avvertono i vescovi Usa-. Le cose devono cambiare. Serve una legislazione efficace che affronti le ragioni per cuinelle comunità americane continuano a verificarsi inimmaginabili e ripetuti episodi di violenza armata e omicida”.

Aggiunge l’episcopato statunitense: “Qualcosa rimane fondamentalmente malvagio nella nostra società quando i luoghi dove le persone si riuniscono per impegnarsi nelle attività quotidiane della vita possono, senza preavviso, diventare scene di violenza e disprezzo per la vita umana. In quanto persone di fede continuiamo a pregare per tutte le vittime e per la guarigione in tutte le comunità colpite. E’ necessaria un’azione per porre fine a questi atti ripugnanti”. Parla chiaro, infatti, il Rapporto del Gun Violence Archive, l’organizzazione che dal 2013 cataloga ogni forma di violenza negli Stati Uniti correlata all’uso delle armi. I dati evidenziano una media di due scontri a fuoco al giorno.

Boom di armi

Si stima che i civili statunitensi possiedano 393 milioni di armi da fuoco. E che dal 35% al 42% delle famiglie del Paese abbia almeno una pistola. Gli Stati Uniti hanno di gran lunga il più alto numero di armi pro capite al mondo. Con 120,5 pistole ogni 100 persone. In valore assoluti a spendere di più in armi sono nettamente gli Usa che nel 2023 hanno raggiunto i 916 miliardi di euro, oltre un terzo del totale. Segue la Cina con 296 miliardi di euro, in forte crescita. Nel 2008 una pronuncia della Corte suprema statunitense ha stabilito che possedere armi per gli americani è un diritto. Le norme che disciplinano il porto d’armi sono federali e possono cambiare di Stato in Stato. Ma in generale può acquistare un fucile chi ha compiuto 18 anni e una pistola invece chi ha compiuto 21 anni. La violenza con le armi da fuoco negli Stati Uniti è un’emergenza sanitaria che va affrontata con la stessa forza usata per ridurre l’uso e il consumo di tabacco. Il capo della sanità americana, Vivek Murthy è intervenuto a gamba tesa su uno dei temi chiave della campagna elettorale. “Voglio che la gente consideri la violenza con le armi da fuoco come un tema di salute pubblica- afferma Vivek Murthy-. Lo so che è un tema polarizzante e che è stato politicizzato. Ma se lo si guarda da un punto di vista sanitario allora si può trovare terreno comune e trovare una soluzione”. Murthy tenta di inserire lo scottante dibattito sulle armi in una nuova prospettiva che consenta di superare le divisioni.

Sos armi da fuoco

Murthy si è scontrato per anni con l’opposizione della potente lobby delle armi americana. La National Rifle Association (Nfa) per decenni ha promosso con successo norme per la riduzione dei fondi a favore della ricerca sulla violenza con le armi da fuoco. L’approccio suggerito da Murthy è un no secco alle arme. Di recente la Nra si è anche battuta con forza ma senza risultati contro la nomina di Murthy a capo della sanità americana definendolo una “seria minaccia ai diritti di chi possiede armi”. In un anno elettorale, comunque, l’impulso di Murthy a riformulare il confronto appare purtroppo destinato a fallire. Il tema delle armi è ampiamente divisivo e i repubblicani e i democratici sono schierati su posizioni opposte, che appaiono inconciliabili. La Corte Suprema a maggioranza conservatrice inoltre appare più propensa a difendere il Secondo Emendamento che a creare paletti al possesso e all’uso di pistole e fucili. l Secondo emendamento della Costituzione protegge il diritto dei cittadini statunitensi di detenere e portare armi. Il presidente Usa Joe Biden ha chiesto al Congresso di approvare una legge che vieti le armi d’assalto e i caricatori ad alta capacità e che imponga controlli sul background di chi vuole acquistare un’arma. “Non abbiamo bisogno di altro per tenere le nostre strade al sicuro“, sostiene Biden.

Avvertimento

Di fronte al susseguirsi di stragi di massa, Joe Biden negli ultimi anni ha tentato una stretta sulle armi. Il Congresso invece è rimasto impassabile rifiutandosi di agire su tutti i fronti. E lasciando cadere nel vuoto i molti appelli a vietare le armi d’assalto. Per Murthy l’allarme è una nuova sfida dopo quella dei social media, per i quali a suo avviso è necessaria un’etichetta di avvertimento simile a quella sui pacchetti di sigarette. Alcuni degli allarmi lanciati dai capi della sanità pubblica nel corso degli anni hanno avuto successo, come nel caso di quello del 1964 sui rischi alla salute dal fumo. Dopo l’allarme il Congresso approvò le etichette sui pacchetti di sigarette e il numero di americani che fumava inizio a scendere: se nel 1964 il 42% degli adulti fumava ogni giorno, nel 2021 la quota è scesa all’11,5%. Una campagna contro la violenza con le armi da fuoco deve richiedere un approccio simile a quella per il fumo, usando quindi un mix di educazione, consapevolezza, cambio culturale e politica. “Non è stata una singola strategia che alla fine ha funzionato con il tabacco – ha messo in evidenza Murthy -. E per le armi è la stessa cosa”.

Giacomo Galeazzi

Pubblicato su www.interris.it

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