Premessa
Il Decreto Min. Interno (6/XII/2021) concede alle Citta Metropolitane finanziamenti anche per i Beni culturali, precisando che l’individuazione della tipologia delle richieste deve essere allocata in uno stabile sistema di regole della finanza pubblica.
A questa pregiudiziale Il Governo Meloni ha risposto rifugiandosi nell’illusione finanziaria, limitandosi al trasferimento burocratico/ di risorse dallo Stato ai diversi livelli di governo locale.
La riforma di Dario Franceschini alternativa all’illusione finanziaria di Giorgia Meloni
L’allocazione della richiesta di finanziamento dei Beni Culturali in uno stabile sistema di regole della finanza pubblica significa riferirsi procedere alla ristrutturazione in concorso con la finanza pubblica. Pertanto, le innovazioni normative da introdurre per regimi procedurali più efficienti, possono essere definite solo ricostruendo sistematicamente l’impiego del parametro costituzionale del coordinamento con la finanza pubblica. In altri termini, con il ricorso ad una “norma di comportamento” consistente nello stabilire prima “che fare “ e poi “come fare ”.
Che fare?
La risposta è di Dario Francheschini che, da Ministro dei Beni Culturali, riformò il Codice dei Beni Culturali (legge 18/XI/2019 )allocandolo nello stabile sistema di regole della finanza pubblica, determinato dalla riforma costituzionale del 2012. In particolare, l’articolo 6 stabilisce che la valorizzazione del patrimonio culturale consiste nell’esercizio delle funzioni e nella disciplina delle attività dirette a promuovere la conoscenza del patrimonio culturale e assicurarne le migliori condizioni di utilizzazione e fruizione pubblica.
Inoltre, i principi che devono guidare la valorizzazione dei beni culturali sono definiti nell’articolo 111 che precisa come deve essere articolata l’attività di valorizzazione finalizzata all’esercizio delle funzioni ed al perseguimento delle finalità indicate nel concetto generale della valorizzazione del patrimonio culturale. Vengono altresì distinte due diverse procedure di valorizzazione a seconda che si tratti di beni di appartenenza pubblica (art.112) o di proprietà privata (art.113) e definite la forme di gestione (art.115 ) ed i livelli di qualità della valorizzazione che devono essere rispettati dai soggetti che hanno assunto la gestione delle attività di valorizzazione.
Come fare?
- La mancanza di risorse del bilancio dello Stato e di quello della UE viene rimediata dalla citata Riforma ricorrendo allo spazio aggiuntivo del Debito Comune di Draghi, basato su di un finanziamento congiunto a livello europeo sul modello di quello del PNRR. Questa soluzione è possibile percé il concorso con la finanza pubblica ha creato una procedura di valorizzazione dei beni culturali diretta a promuoverne la conoscenza e ad assicurarne le migliori condizioni di utilizzazione e fruizione pubblica In particolare ha definito una corretta “contabilizzazione dell’effetto economico.,garantendo la compatibilità delle scelte di investimento con il complessivo equilibrio dei conti. La tecnicità del calcolo non stende un ombra di opacità ma, al contrario, consente ex ante di valutare gli effetti e correggerli nella maniera migliore evitando risultati inattesi ed ormai non più modificabili.
- Inoltre, il costo del finanziamento non graverà sul bilancio dello Stato perché detti fondi, come quelli del PNRR contratti a debito UE, avranno un costo particolarmente basso rispetto a quello che l’Italia avrebbe ottenuto da sola. Se si aggiunge la possibilità di un rinvio di tre anni per la restituzione, il maggior aumento di produttività di detto comparto,, derivante dalla sostituzione della spesa storica , genererà, nel giro dei tre anni disponibili, i flussi di cassa aggiuntivi necessari per recuperare il contenuto costo del debito con l’UE.
Il ricorso al Debito Comune trasforma la Riforma Franceschini in Riforma Abilitante
La Riforma Dario Franceschini col ricorso al Debito Comune di Draghi, diventa riforma abilitante perché migliora la competitività del comparto introducendo un regime procedurale più efficiente che assicura la produttività dell’investimento pubblico e l’equilibrio tra le esigenza di responsabilità dell’amministratore e quelle di solidarietà, grazie ad un obiettivo criterio di virtuosità finanziaria. i Beni Culturali ,cosi riqualificati diventano soggetto attivo di una politica sostenibile che determina importanti riqualificazioni cosi sintetizzabili:
1)Città Metropolitane : possono finanziare i Beni Culturali rispondendo alla pregiudiziale del Decreto Min. Interno (6/XII/2021) perché la possibilità di contabilizzare nei rispettivi Piani Strategici degli effetti economici ne consente una esatta valutazione dell’effettiva ricaduta sul territorio.
2)Marche, Friuli Venezia Giulia, Valle D’Aosta, Abruzzo Molise e Basilicata: gli umbri hanno premiato Stefania Proietti per aver dimostrato con il suo programma che il riferimento alla procedura di valutazione dei beni culturali individua un obiettivo criterio di virtuosità finanziaria. Risolve, così, l’asimmetria informativa del PNRR che ha privato di Città Metropolitane queste regioni assicurando le mediazioni compositive trai vari livelli di governo locale. Di conseguenza, il sistema umbro delle autonomie locali e quelli delle altre citate regioni sono abilitati a finanziare i beni culturali, anche se privi di Citta metropolitane.
3 )Centri storici: la sinergia istituzionale ,articolata dagli art.5 e6 nella collaborazione tra Stato ed Enti Locali comportando la possibilità di valutare l’impatto economico sul territorio delle risorse finanziarie assegnate ai Centri Storici , li trasforma da meri gestori burocratici a leva per il riequilibrio territoriale. Inoltre, consente all’Associazione Nazionale Centri Storici di aggiornare dopo 34 anni la Carta di Gubbio.
Conclusione
La riforma Dario Franceschini dei beni Culturali risponde alla pregiudiziale del Decreto Min. Interno (6/XII/2021 perché, ricorrendo al Debito Comune Draghi realizza una riforma che abilita il Comparto dei Beni Culturali da Pane dell’Europa “Mezzo Crudo “a Comparto europeo fondato sulla sostenibilità
Antonio Troisi