I consumi dei prodotti agroalimentari, pur essendo tra quelli necessari alla sopravvivenza quotidiana, negli ultimi tempi, hanno fatto segnare una piccola contrazione, soprattutto per quanto riguarda i generi più costosi, basti pensare alle fragole e alle ciliegie. Tale settore è ancora piuttosto vitale ma, malgrado la riduzione della curva dell’inflazione, non si sta verificando un decremento dei prezzi dei generi alimentari che, purtroppo, continuano a far segnare degli aumenti che negli ultimi anni si sono sommati. Alla luce di ciò, non dobbiamo aspettarci una forte ripresa dei consumi alimentari perché, i costi attuali, non accennano a diminuire.
Al fine di fermare questi aumenti e fermare le speculazioni in atto, sarebbe necessario attuare dei controlli sulla filiera agroalimentare. In questi giorni, ad esempio, si parla molto degli incrementi del costo del caffè, nell’ordine del 68% sulla materia prima, i quali potrebbero portare il prezzo per il consumo di una tazzina di caffè al bar a due euro. Facendo tutti i calcoli del caso però, è emerso che, anche se dovessero verificarsi aumenti dei prezzi della materia prima nell’ordine del 100%, il costo per una semplice tazza di caffè, dovrebbe aumentare di soli 15 centesimi. Tali forme speculative, purtroppo, sono sempre presenti.
Occorre che le istituzioni competenti intervengano sulle filiere e si facciano spiegare i motivi di questi aumenti del tutto ingiustificati. Inoltre, è necessario che, le stesse, si adoperino affinché vengano fatti dei contratti di lavoro più dignitosi e per equiparare le pensioni ai tassi di inflazione vigenti. Infine, devono essere attuati gli investimenti del Pnrr per dare occasioni occupazionali serie. Tutto ciò, se verrà messo in campo celermente, farà aumentare il potere d’acquisto delle famiglie.
Rosario Trefiletti
Pubblicato su www.interris.it