Ancora una volta Calenda torna a professare il suo impegno  per costruire un’area di centro che manca nel Paese.

L’intenzione è condivisibile. A patto che si riesca a chiarire cosa sia quest’area di centro.

Perché di centro parla anche Renzi. Salvo poi allearsi con i Radicali che di “centro” non mi sembra siano proprio.

Occorre una spiegazione, chiara e convincente, perché altrimenti si finisce per identificare il “centro” per il luogo degli scappati di casa destra e di casa sinistra, per gli scontenti ed insoddisfatti, per gli eterni signor no.

Allora cosa è questo “centro”? Semplice.

In Italia “Centro” è il blocco culturale, sociale ed economico (maggioritario nel Paese) che nel dopoguerra si è riconosciuto in quattro partiti: Democrazia Cristiana, Partito Repubblicano, Partito Liberale, Partito Socialista Democratico Italiano.

Un quadripartito che è riduttivo indicare come liberale e popolare: era molto di più.

Identificata l’area, dobbiamo adesso identificare la cultura. Ebbene, la cultura non può che essere quella della Dottrina Sociale della Chiesa. Quel misto di stimoli sociali e rispetto dell’uomo che sono stati alla base dello sviluppo del nostro paese.

Quando i poveri erano esclusi dal circuito economico cosa inventarono i cristiani?

Le casse rurali ed artigiane e sottrassero il monopolio del credito ai potentati economici. L’impresa familiare, che rappresenta l’ossatura industriale del nostro paese, non è forse figlia di una concezione che vede la famiglia come motore economico? Il limite alla proprietà privata subordinata al bene comune non viene forse dalla Dottrina Sociale della Chiesa?

Abbiamo un sistema sanitario e previdenziale (con tutte le contraddizioni) che il mondo ci invidia. A quale cultura lo dobbiamo?

Certo, storicamente non sono mancati contributi di illustri non cristiani, ma la loro non è stata la base di riferimento; al pensiero liberale è mancata la manifestazione concreta e, alla fine, pensare e non agire poco crea.

Allora “centro” si identifica nell’esperienza di quattro partiti e nella Dottrina Sociale della Chiesa. Non esiste altro in Italia. Non esite altro che coniughi consenso elettorale, convergenza di interessi, dialogo sociale.

Torniamo sempre al punto di partenza.

In Italia manca un partito nazionale, popolare, aconfessionale di ispirazione cristiana. Basterebbe un poco di coraggio.

Luigi Milanesi

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