Dobbiamo tornare sulla vicende candidature. Ribadiamo di appartenere a quanti ritengono, e crediamo di essere in buona ed ampia compagnia, che il primo dovere dei politici è quello di non prendere in giro gli elettori. Questa sensibilità dovrebbe essere mostrata in particolare di quanti, e quante, vogliono rappresentare un rinnovamento, se non addirittura una rigenerazione del sistema pubblico.
Non è più tollerabile quella odiosa idea di presentarsi in competizioni per responsabilità che non si assumeranno mai concretamente. E’ una filiazione del leaderismo e dei partiti personali. Quelli che credono di risolvere tutto mettendo un solo uomo al comando. Si tratta di una delle cose peggiori che c’hanno lasciato in eredità il bipolarismo e il berlusconismo. E così, purtroppo, l’abbiamo visto praticare anche in ambito locale. Le candidature “civetta” costituiscono uno dei meccanismi più odiosi di un sistema che, non a caso, ha fatto precipitare la partecipazione al voto da una media dell’80% a meno della metà degli aventi diritto.
I, o le leader che ci raccontano grandi cose non riescono a pensare a questi più modesti, ma sostanziali aspetti che concernono la democrazia sostanziale che richiede il rispetto in primo luogo di coloro ai quali viene chiesto un voto? O davvero pensano che gli italiani meritino il “teatrino” della politica, vi assistiamo quotidianamente, ridotto ad un siparietto destinato a cominciare e a finire solo con le “loro” cose?
C’è chi prova a metterci una toppa. E’ stato il caso del brillante Donzelli, di cui non si può apprezzare quel tocco naive che, se da un lato ce lo rende simpatico, ci fa sempre preoccupare che da un momento all’altro ne combini una delle sue, com’è stato nel caso Cospito – Delmastro. Ebbene, con un impeto evidentemente venuto del tutto naturale e spontaneo gli abbiamo sentito dire che, però, la Meloni lo dirà prima di candidarsi che non andrà mai a Strasburgo. Donzelli, forse, non si è reso conto di pensare di fare un po’ come quel truffatore che porta a sua scusante il fatto di avere … avvertito prima. Una toppa che, dunque, non copre il buco. Almeno agli occhi di crede che un’altra politica sia possibile.
Per par condicio in materia, dobbiamo tornare a parlare di Elly Schlein. Ella dovrebbe ricordarsi del com’è stata chiamata a dirigere il Pd. Sulla scia dei gazebo che hanno sovvertito il responso degli apparati organizzati delle correnti interne. E se quelli dei gazebo avessero saputo che tutti gli intenti rinnovatori sarebbe finiti a seguire la vecchia logica del tira e molla interno alle dinamiche di un partito che si deve completamente rigenerare è proprio sicura che l’avrebbero votata? Si ricordi un famoso detto che potremmo così modificare: primum rispettare gli elettori deinde philosophari.