Porto a conoscenza di quanto sta avvenendo in Piemonte, (CLICCA QUI), che segue a distanza di alcuni anni, quanto già avvenuto in Emilia Romagna (CLICCA QUI), in merito all’approvazione e messa in atto degli Algoritmi Infermieristici del Soccorso Sanitario e quindi al Soccorso Sanitario Avanzato con Infermiere.
La rassegna stampa piemontese (l’articolo citato è a titolo esemplificativo e non esaustivo, in quanto nella rete internet se ne trovano molti), da giorni sta esponendo la situazione: un esposto alla Procura della Repubblica da parte di un medico affiliato a un sindacato di categoria, come a Bologna tempo fa, il presidente dell’Omceo fece altrettanto.
Anche in Lombardia, sono in applicazione da anni con relative revisioni e aggiornamenti gli Algoritmi Infermieristici, e il timore che una situazione simile a quanto avvenuta nei territori italiani citati, possa accadere ovunque, non è così remota e occorre prepararsi in tempo.
Esistono ancora oggi, una serie di errori strategici e di comunicazione. Affermare che scende il medico dai mezzi di soccorso e rimane l’infermiere, è già di per sé è una comunicazione distorta, figuriamoci se si aggiunge che quest’ultimo è “radiocomandato” a distanza dal medico della centrale operativa. Quando si estende questa affermazione all’opinione pubblica diventa pericoloso perché induce l’idea di una sanità di serie B, di soluzioni di ripiego a basso costo e a qualità inferiore.
Affermare che l’agire professionale infermieristico è regolato da protocolli decisi dal direttore medico del servizio è l’indice del basso livello di cultura giuridica che abbiamo. E’ scomparsa anche la cultura di conoscere come e cosa sta progredendo oltre confine l’evoluzione, non solo infermieristica, ma di tutto il settore del servizio oggi qui citato e già trattato in questo giornale online.
Sarebbe ora di parlare di competenze, specializzazioni invece che di mansionari 3.0, Quanto alla prescrizione telefonica, è vero, questa non è consentita da almeno quattro articoli del codice di deontologia medica.
Ho sempre ritenuto positiva l’introduzione degli Algoritmi Infermieristici nel Soccorso Sanitario, a patto che seguisse un lavoro evolutivo alla pari dei colleghi infermieri d’oltralpe afferenti ai migliori sistemi di soccorso sanitario, per poi giungere a una rinnovata norma giuridica e deontologica. Ciò non è avvenuto perché dal 1992, non c’è stata iniziativa e volontà senza interessi di parte, di rivedere nello specifico, la normativa che istituì le funzioni infermieristiche nel soccorso sanitario. Non è sufficiente deliberare in Giunte regionali le autorizzazioni per nuovi modelli organizzativi. Serve più coraggio, capacità, cultura legislativa di competenza, oppure delle proposte legislative congiunte che partano dai territori verso il livello di governo superiore. Gli attuali Disegni di Legge in discussione sono molto carenti sia in termini di contenuti evolutivi e di forma: non comprendo come possano le società scientifiche e le varie rappresentanze professionali, affermare che siano evolutivi. L’unica ipotesi normativa che metterebbe ordine in questo caos (istituzionale e mediatico), garantendo per almeno una trentina d’anni un progresso significativo, è quella depositata al Senato dal Nursind che merita di essere letta, analizzata, valorizzata e supportata per una stesura legislativa. Da qualche mese mi sono posto l’impegno di leggere, presso i portali internet storici della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, i Disegni di Legge che dalla prima Legislatura hanno trattato il tema del soccorso pubblico e degli enti che lo erogavano: quando si dice che senza storia non c’è futuro, forse un motivo c’è e prima di scrivere una proposta normativa val la pena “ripassare” qualche pagina di storia.
Marco Torriani