La Carta dei diritti degli anziani e dei doveri della Comunità è stata approvata e divulgata dalla Commissione ministeriale per la riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana. ” È stata editata dal governo, non dalla Chiesa: è una cosa laica, è buona, è interessante e utile per capire che gli anziani hanno dei diritti. Farà bene leggerla“. (Papa Francesco).
Il Ministro Speranza ha ribadito negli ultimi anni l’importanza della riforma della sanità territoriale per avvicinarsi il più possibile alle persone. La morte di molti anziani, a causa del Covid 19 nelle RSA, è stato il campanello di allarme. Si manifestava così la fragilità della presenza sanitaria sul territorio. Nacque pertanto la Commissione preceduta da mons. Vincenzo Paglia. Obiettivo è offrire servizi alternativi e raggiungere le persone nelle loro abitazioni. Si tratta di far uscire tanti da una condizione umana emarginata, umiliata, scartata. La Carta indica subito gli anziani come protagonisti di un modello di sviluppo inclusivo e sostenibile del Paese. Ognuno di noi ha diritto ad una vecchiaia più valorizzata, accudita, più felice. Stiamo parlando di una popolazione che supera in Italia ed in Europa il 20 per cento.
La Carta è necessaria per sancire un’alleanza tra generazioni su futuro, servizi, dignità. L’anziano va messo al centro della vita sociale in un cambio di paradigma che coinvolgerà anche i giovani di oggi. L’Italia, Paese tra i più longevi, trasmette a tutto il mondo un messaggio positivo. La Carta è pertanto uno strumento concreto per riconoscere, da parte degli anziani, i loro diritti e doveri verso la Comunità in cui vivono. Si parte dal “Rispetto della persona anche nella Terza età “. Art.1: ” La persona anziana ha il diritto di determinarsi in maniera indipendente, libera, informata e consapevole con riferimento alle scelte di vita e alle decisioni principali che la riguardano. È dovere dei familiari e di quanti interagiscono con la persona anziana fornirle, in ragione delle sue condizioni fisiche e cognitive, tutte le informazioni e conoscenze necessarie per un’autodeterminazione libera, piena e consapevole“.
Gli altri non possono decidere per l’anziano consapevole. Egli deve conservare la sua dignità anche in caso di perdita parziale o totale di autonomia. La persona anziana deve essere” chiamata per nome e trattata con rispetto e tenerezza. Ha diritto alla riservatezza, al decoro e al rispetto del pudore negli atti di cura delle persone e del corpo. Ha il diritto di essere sostenuta nelle capacità residue anche nelle situazioni più compromesse e terminali. Ha il diritto di accedere alle cure palliative nel rispetto dei principi di conservazione della dignità, del controllo del dolore e della sofferenza sia essa fisica, mentale o psicologica, fino alla fine della vita. Nessuno dovrebbe essere abbandonato sulla soglia dell’ultimo passaggio. (art. 1).
Le persone che assistono le persone anziane, poi, devono comportarsi in modo rispettoso, con premura, cortesia, ascolto ed attenzione alle segnalazioni. L’anziano ha il diritto di rimanere il più a lungo possibile nella sua abitazione. Le istituzioni in ogni caso devono integrare il reddito in situazione di indigenza e assicurare prestazioni sanitarie. Gli operatori devono garantire indipendenza e autonomia alle persone anziane bisognose di cura. L’articolo 3 disciplina la vita attiva di relazione. L’anziano ha diritto di vivere con chi desidera, di non essere escluso e ghettizzato. Le istituzioni devono favorire la permanenza in famiglia anche con sostegno specifico. Va garantita la continuità affettiva. Amicizia e vicinanza fanno la differenza. Va impedita ogni forma di violenza fisica e morale, ogni forma di contenzione farmacologica, fisica e ambientale. Ha il diritto di svolgere attività lavorative e di volontariato in modo flessibile, secondo le sue condizioni e di partecipare a iniziative culturali e ricreative, di inclusione digitale. Devono poter viaggiare e muoversi liberamente.
In conclusione, dopo le stragi di anziani per Covid 19, occorre avere una nuova visione della vecchiaia. Da problema essi possono diventare opportunità per un nuovo modello di sviluppo. Va attuata una profonda riforma delle RSA aprendo le strutture all’esterno come criteri di accreditamento. Importante è la continuità assistenziale privilegiando quella nella propria abitazione attraverso una rete di servizi per i più fragili e anziani, per i 4 milioni over 80 che vorremmo vedere coinvolti. Attraverso un servizio multidimensionale all’anno, va attuato un piano assistenziale personalizzato. Solitudine, isolamento sociale, dolore vanno combattuti strenuamente. Particolare attenzione va posta ai Centri diurni per demenze. “Se sapremo trasformare gli anziani da scarto a valore, da valore inutile a perno del nostro sistema sociale e produttivo, avremo inventato davvero un nuovo modello di sviluppo inclusivo, una prospettiva diversa per il futuro di tutti, un messaggio di speranza per il nostro mondo globale“. (Prof. L. Palombi, Segretario Commissione per la riforma).
L’Italia si è fatta trovare impreparata di fronte all’invecchiamento della popolazione. Un testo di legge è stato preparato ma ora è tutto fermo per la crisi di Governo. Senza aiuti dello Stato il peso ricade solo sulle famiglie. Occorre una svolta.
Silvio Minnetti