Benedetto XVI si era tanto battuto per vedere riconosciute, in senso formale, le radici cristiane dell’Europa. Un’Europa sempre più in crisi di identità, eppure, sempre più necessaria.
Il dibattito intorno alla concezione di Europa è sempre acceso e ciò rappresenta senz’altro un bene. Il sogno europeo sembra svanire e proprio per questo occorre rilanciare nuove visioni che possano vivificare il percorso di integrazione tra i popoli europei, paradigma di tutte le integrazioni tra i componenti dell’unica famiglia umana.
La crisi demografica, percorsi poco democratici e troppo burocratici hanno minato le vecchie idee di europeismo. Oggi più che mai, tuttavia, occorre impegnarsi nella direzione di una nuova Europa, giacché potenze quali Cina, Turchia, Russia, Usa, con le loro spinte di espansionismo politico ed economico (nonché con le loro fragilità e contraddizioni) rappresentano vere e proprie sfide (e quindi anche occasione di crescita) alla urgente necessità di una identità europea.
Da sempre coacervo di culture, riteniamo che sia proprio questo il ruolo che l’Europa dovrà sapersi ritagliare: quello di un modello politico che ponga la persona e servizi che ad essa si devono, la solidarietà , la sussidiarietà, l’ecologia, al centro della sua azione.
Con le nazioni sopra elencate si debbono stabilire relazioni basate sul dialogo; si ritiene da parte di taluno che l’argomento business possa mettere d’accordo tutti, ma gli appetiti e le istanze egoistiche hanno sconfessato tale teorema.
Resta l’unica arma del dialogo culturale e interreligioso; per una nuova Europa bisogna giungere al cuore delle persone.
Vincenzo Salvati