Sorvoliamo sull’esclusione di Giorgia Meloni dal vertice di Berlino dove Biden ha incontrato Scholz, Macron e Stramer sulla delicata questione dell’Ucraina cui poi è seguito un congiunto invito a cessare la guerra a Gaza.

Ma la giornata di ieri è stata caratterizzata da due fatti gravi  uniti dall’esplosione di un duro scontro con la magistratura. In mattinata si è svolta la sceneggiata dei leghisti, purtroppo con la presenza di ministri e parlamentari, tra l’altro lasciati abbastanza in solitudine da parte della popolazione, dinanzi al Tribunale di Palermo dove la difesa prendeva la parola per illustrare le ragioni di Matteo Salvini sotto processo per aver lasciato in mare più del dovuto dei migranti.

Hanno sostenuto che i magistrati sono politicizzati e ostili a tutto quello che fa il Governo. Sorvolando sul fatto che il processo riguarda atti amministrativi compiuti dal solo Salvini al quale, comunque, non sono preclusi tutte le armi di difesa previste dallo stato di diritto. Ci siamo trovati, insomma, di fronte ad un’azione politica e propagandistica, di cui è stato segnalato il linguaggio eversivo, il cui ultimo scopo è quello di delegittimare un altro Ordine dello Stato cui è demandato il compito di verificare l’osservanza della Legge da parte di tutti, ministri compresi.

Emerge, insomma, è questo che conta, una diversa idea della cultura del diritto e della politica con la grave situazione che, dalla parte sbagliata, si è schierata gran parte del Governo. Come nel caso del Ministro Giorgetti. Quello che chiede “sacrifici” agli italiani, a maggior ragione costretti a domandarsi a che cosa quei “sacrifici” servano se viene sovvertita la logica e la garanzia del diritto. A Palermo vi era pure quel Ministro della Pubblica istruzione, Valditara, da tempo impegnato a chiedere agli studenti ordine e disciplina. Che bella lezione ha dato loro nel concreto.

La giornata è poi andata sulla stessa scia a seguito della vera e propria bomba esplosa sotto il costoso ed assurdo progetto di portare i migranti in Albania. Già ieri erano stati costretti a riportarne indietro quattro. E la cosa fa riflettere sui criteri fissati per la scelta dei deportati al di là. C’erano, infatti, due minori e due con gravi problemi di salute. Eppure, c’avevano detto che, invece, lo spostamento nel centro albanese non avrebbe riguardato questo tipo di migranti ed erano state fatte solo spallucce dopo le denunce di importati e qualificate organizzazioni umanitarie (CLICCA QUI).

La bomba è esplosa quando i giudici della Sezione immigrazione del Tribunale di Roma hanno fermato tutto e ordinato l’immediato ritorno in Italia dei restanti migranti destinati al campo albanese perché provenienti da due paesi, Egitto e Bangladesh, inseriti nella lista di quelli considerati insicuri sia dalla Corte di Giustizia europea, sia dallo stesso Governo di roma. Del resto, noi italiani lo abbiamo verificato sulla pelle del povero Giulio Regeni, torturato e ucciso dagli uomini dei servizi segreti egiziani adesso sotto processo dalle nostre parti.

Eppure, a partire dalla Presidente Meloni, si è tornato a parlare della Magistratura che non “collabora” con il Governo, mentre il suo specifico compito non è quello di collaborare, bensì di applicare le leggi e norme varate dal Parlamento.

Siamo al solito complottismo, mentre il problema è, insieme, di inettitudine, irresponsabilità e mancata lettura delle norme, che pure loro hanno scritto, per pagare il solito prezzo alla propaganda e per provare a fare i “giganti” nel mondo.

E’ proprio vero: siamo divisi da una scelta di civiltà giuridica e politica. E noi sappiamo da che parte stare.

 

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