Agli albori del Reddito di Cittadinanza (Rdc) mi ero permesso di formulare una previsione sul futuro dei Navigator destinati a cercarsi un lavoro dopo essere stati assunti per trovarlo ai beneficiari del Rdc. Previsione relativamente facile, tenendo conto del fatto che a questi ragazzi veniva chiesto di cercare opportunità di lavoro, con tutta una serie di vincoli e sanzioni per i malcapitati datori di lavoro disponibili ad assumere persone evidentemente disagiate, e con la possibilità da parte dei beneficiare del Rdc di rifiutare due offerte di lavoro, anche se a tempo indeterminato, senza pagare dazio.
I Navigator se ne faranno una ragione, ma nel frattempo faticano a trovare politici disponibili a sostenere la loro causa. L’importante è salvare un provvedimento sconclusionato che non aiuta i poveri, ma che sopravvive perché aumentano i poveri. Serve un capro espiatorio per depistare le critiche e il sacrificio dei Navigator casca a fagiolo.
Eppure una certa difesa d’ufficio sul loro operato l’aveva fatta di recente la Corte dei Conti che ha fornito qualche numero sull’attività svolta dai Navigator nell’ambito dei Centri per l’impiego, convocando oltre 900 mila beneficiari del Rdc, facendo sottoscrivere 420 mila patti di servizio, predisponendo 248 mila piani personalizzati per l’inserimento lavorativo o in percorsi di formazione, segnalando agli interessati 490 mila opportunità di lavoro. Con quali esiti occupazionali non è dato sapere. Dalle Comunicazioni obbligatorie risultano occupati 192 mila percettori del Rdc, tra i quali 142 mila con contratti a termine. Con ogni probabilità persone che il lavoro se lo sono cercato in presa diretta, per via del basso valore degli assegni pubblici percepiti o perché sollecitati dagli stessi Navigator. Resta il fatto che buona parte del potenziamento dei servizi per l’impiego, e le assunzioni di 11mila nuovi funzionari con le risorse dello Stato trasferite alle Regioni, nel frattempo non si sono concretizzati.
Dei 2.980 Navigator selezionati all’origine ne sono rimasti 2.450, gli altri 500 hanno trovato altre opportunità. Con l’ultima proroga dei contratti di collaborazione con Anpal servizi, disposta per legge fino al 31 dicembre 2021, finisce la loro avventura. Per loro è aperta una corsia preferenziale per partecipare ai concorsi che saranno promossi dalle Regioni, ma è difficile che questo avvenga prima della fine dell’anno. In parallelo è partito il Programma GOL, incardinato su una discutibile centralità dei servizi pubblici per l’impiego, a maggior ragione se privi di risorse umane adeguate.
Riempire questo vuoto è necessario. Una proroga provvisoria dei rapporti di lavoro in corso con Anpal servizi per questi giovani laureati, per consentire il proseguo delle attività nei servizi per l’impiego in attesa del completamento dei concorsi pubblici, è doverosa. Utile per loro e per la Pubblica amministrazione.
La parola Fine va messa alle strampalate politiche attive del Rdc e, possibilmente, a coloro che le hanno proposte, non per i Navigator.
Natale Forlani
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