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Com’è finita la tanto strombazzata tassa per le banche

Un altro dei grandi “successi” di questo Governo. E’ finita in una “buffonata” vera e propria la tanto strombazzata battaglia contro i “poteri forti”. Le banche non pagano niente sugli extra profitti e si salvano la coscienza con delle briciole destinate al “sociale”.

Nelle casse dello Stato non arriverà niente. Sentimmo parlare di nove miliardi, poi, di cinque. Infine di tre o di due. Il risultato, direbbe qualche romano, è zero carbonella.

Banca Intesa ha appena fatto sapere che destinerà alla propria riserva 2,1 miliardi di euro di cui quegli  800 milioni che la battagliera Meloni aveva giurato di ottenere in tasse nell’ultima versione più generosa dell’intervento. Uno dei tanti proclamati interventi contro i “poteri forti”.

Unicredito prima d’Intesa aveva già comunicato che lo stesso avrebbe fatto per 1,1 miliardi. Sulla stessa linea si muoveranno anche gli altri istituto di credito più piccoli. Mica sono fessi come quegli italiani che hanno votato per questo Governo animati, evidentemente, dall’insano masochismo del farsi prendere in giro.

Comunque, Banca Intesa un po’ di briciole le lascia. Subito 200 milioni per il sociale e ne promette 1500 fino al 2027. Ammesso che sia vero, forse era meglio se avessero pagato sugli extraprofitti in relazione adeguata a quelle condizioni del Paese per cui si dicono tanto interessati.

Questa “buffonata” sulle banche, comunque, non resterà l’unica retromarcia della Meloni e del suo Governo. Basta vedere al riguardo cosa sta accadendo attorno alla Legge di Bilancio. Bisognerà vedere se, a lungo andare, gli italiani si stuferanno di sogni di onnipotenza che, una volta smaltiti i sondaggim si confermano per quello che sono: chiacchiere.

 

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