Tensione al calor bianco dentro Forza Italia. Una spaccatura strisciante da tempo emerge adesso in maniera plateale, con Silvio Berlusconi che appare davvero incapace a tenere insieme le due anime di quello che fu per lungo tempo il perno assoluto del centrodestra. Una situazione in cui l’ex Presidente del consiglio è costretto a dare un colpo al cerchio ed uno alla botte. Ma in modo tale di pagare sempre più alto, anche in termine di immagine, il prezzo di una sua certa indecisione che continua da tempo, da troppo tempo. Egli continua a dire di credere nel bipolarismo e nel simulacro di quello che è diventato il centrodestra. La cui guida, però, è contesa tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Un centrodestra, insomma, diventato sempre più destra.
Dentro Forza Italia, però, non tutti vogliono questo. E, così, personaggi come i ministri Carfagna, Gelmini e Brunetta, ma anche tanti quadri intermedi del partito degli azzurri, esplicitamente dicono di non voler “morire salviniani” e, a maggior ragione, da “meloniani”. Consapevoli di come il pendolo europeo e mondiale si sia messo a correre in un’altra direzione. Non è un caso se qualche giorno fa Giuseppe Sacco ci ha detto di come l’Europa stia andando verso il “centro” (CLICCA QUI). Un’inversione di marcia già marcata dalla nascita della cosiddetta “maggioranza Ursula” sancita dai risultati delle ultime elezioni europee grazie alle quali è stata segnata una cocente sconfitta per tutti i populismi e i sovranismi.
Eppure, Silvio Berlusconi aveva concorso alla creazione di quella nuova “maggioranza” continentale ed italiana. Così come si era impegnato a far nascere in Italia il Governo Draghi, primo evidente nostro frutto del cambiamento d’aria. Eppure, invece di insistere per la creazione di un centrodestra davvero moderato ed europeista, il Capo di Forza Italia si è alla fine tirato indietro e ha continuato a tenere in piedi l’idea del centrodestra a trazione sovranista di cui sopra.
E’ evidente come nella polemica politica, che non ha mancato di giungere alle alte grida anche tra i diversi esponenti di Forza Italia, tutto venga ridotto a piccole beghe, a rese di conti postumi e a considerazioni di natura personalistica. Ma gli azzurri sono in piena crisi d’identità politica e di prospettiva. In qualche modo, quello che fu il motore del bipolarismo a destra riceve forti contraccolpi proprio dall’esaurirsi di una formula che da qualche anno resta solamente in riserva d’ossigeno.
Da questa situazione cosa può venire di buono? Che si contribuisca a fare chiarezza e che, magari, portando a fondo l’inevitabile riflessione che la fine del bipolarismo comporta, talune esperienze di Forza Italia maturino definitivamente una scelta diversa e si decidano ad andare oltre una fase che anche questa crisi tra gli “azzurri” conferma essere definitivamente conclusa.
GI