Dopo quello per la strage di Bologna è giunto l’appuntamento con l’anniversario dell’attentato al treno Italicus di un decennio prima. E ancora un volta l’intero Paese, in prima fila Sergio Mattarella, ricorda la matrice della destra eversiva nei tanti tentativi di sovvertire l’ordinamento democratico.

Lo dicono le ripetute sentenze che hanno fatto seguito a decenni di indagini e lo dicono le tante verità emerse con continuità grazie, anche a ben documentate inchieste giornalistiche che ci hanno delineato la rete nera organizzata e attiva contro la democrazia italiana.

Ma c’è chi pervicacemente vuole riscrivere i fatti. Evidentemente, sulla base di presunte altre verità mai portate all’attenzione di inquirenti e magistrati. E si insinuano dubbi che servono solo a mantenere il Paese diviso, come del resto constatavamo tre giorni fa(CLICCA QUI).

È imbarazzante che il negazionismo venga persino da uno dei più fidati collaboratori di Giorgia Meloni, uomo di Governo che si pone come giudice finale, e fuorviante, di ciò che è passato al vaglio fino all’ultimo grado di giudizio. Giorgia Meloni, come al solito tace tenendo viva una frattura nel Paese che, a questo punto, è dirimente e insuperabile fino a quando si continuerà ad illudersi di raccontare un’altra storia.

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