Gli Stati Generali del 1789 in Francia furono convocati da Luigi XVI allo scopo di raggiungere un accordo tra le classi sociali idoneo a risolvere la grave crisi politica, economica, sociale e finanziaria che affliggeva da anni la Francia. Negli Stati Generali c’erano rappresentanti del primo stato (clero), del secondo stato (aristocrazia) e del terzo stato (popolo e borghesia)
Il ministro delle finanze presentò un piano di miglioramento delle finanze che prevedeva l’imposizione di una tassa su tutte le proprietà fondiarie anche nobiliari ed ecclesiastiche, la soppressione delle dogane interne ed altre misure a favore della produzione industriale e del commercio.
A questa riforma fiscale si associava una riforma amministrativa, l’istituzione di assemblee municipali con funzione consultiva. L’assemblea dei notabili composta da nobili e prelati respinse il progetto. I lavori degli Stati Generali andarono avanti con la presentazione dei cahiers de doleances da parte del terzo stato, del clero e della nobiltà fino alla costituzione della Assemblea Nazionale che entrò in conflitto con il Re e iniziò l’opera di smantellamento del vecchio regime fino alla Rivoluzione che portò alla esecuzione di Luigi XVI.
Il primo ministro Conte ha convocato gli Stati Generali a Roma……speriamo che abbia maggiore fortuna! A parte la battuta un po’ macabra durante gli Stati Generali dell’ economia di Roma cui parteciperanno politici,economisti, tecnici di vari settori, imprenditori, uomini di cultura ecc. sarà presentato il piano Colao per fare ripartire l’Italia dopo il COVID 19.
Il piano Colao prevede 6 obiettivi per il rilancio dell’Italia : — – Impresa e lavoro motore dell’economia -Infrastrutture e ambiente volano del rilancio
Turismo, arte e cultura brand del Paese
Individui e famiglia in una società più inclusiva ed equa
Istruzione, ricerca e competenze fattori chiave per lo sviluppo Pubblica Amministrazione alleata di cittadini e imprese
Nel piano c’è un po’ di tutto: dal rinnovo dei contratti a tempo determinato a un reddito di emergenza per le donne vittime di violenza, dalla sanatoria per fare emergere lavoro nero e contante alla esclusione del contagio COVID 19 dalla responsabilità penale del datore di lavoro ad un codice etico per la pubblica amministrazione sullo smart working, dalla eliminazione degli ostacoli locali alle infrastrutture strategiche alle misure anti burocrazia, dal fermo del consumo del suolo e di aree verdi all’aiuto alle famiglie (più asili nido e assegno unico per i figli). Il piano Colao corona e sintetizza una serie di contributi che svariate task forces hanno fornito al governo per superare l’emergenza da corona virus.
Abbiamo visto task forces a livello nazionale, regionale e locale lavorare su vari argomenti sul piano sanitario, economico e sociale e sembra quasi che la politica abbia delegato ai tecnici la soluzione dei problemi. Mari Draghi è in testa nelle preferenze degli Italiani e gli “scienziati” (anche se con alterne fortune) hanno dettato legge durante tutto il periodo del corona virus.
Il piano Colao piace e dispiace a tutti e se una cosa dispiace a tutti vuol dire che è un buon compromesso e sarà approvata. Temi quali l’economia green, la digitalizzazione, il lavoro, la salute,il welfare, l’educazione, lo smart work, la lotta alla burocrazia sono gli obiettivi comuni a tutte le forze politiche anche se esiste una cronica mancanza di attenzione ai grossi squilibri economici a livello internazionale e al tema della povertà e della fame nel mondo.
Esistono strette analogie tra il piano Colao e il piano europeo di economia sostenibile e si va profilando una unità di intenti tra tecnici e politici. I partiti in questi ultimi anni non sono stati in grado di elaborare soluzioni valide ai gravi problemi mondiali ed oggi è il momento dei tecnici che hanno dimostrato maggiore competenza dei politici. Chiariti gli obiettivi di fondo oggi si pone il problema di attuare questi obiettivi e la politica deve riprendere la sua funzione. Occorrono uomini capaci e competenti, occorre valorizzare il capitale umano nei partiti e nell’economia. Occorrono uomini di buona volontà che facciano politica con competenza. Occorre che i cattolici ricomincino a fare politica.
In questi ultimi anni è cresciuto l’impegno dei credenti nell’ambito caritativo e assistenziale ma non è cresciuto in egual misura l’impegno dei cattolici in politica e si registra una crisi delle rappresentanze cattoliche.In questo momento di emergenza, di fronte ai gravi e complessi problemi che coinvolgono l’Italia e il mondo occorre un maggior impegno dei cattolici per tradurre in pratica e in precise proposte politiche i contenuti dei programmi cui prima si faceva riferimento. Politica insieme si muove in questa direzione; dopo la presentazione del manifesto la associazione si appresta a presentare un programma di lavoro e una serie di proposte concrete sui vari temi che oggi sono sul tavolo.
Questa è la strada giusta: cattolici e laici debbono collaborare per attuare il programma di Politica Insieme dopo un confronto con le altre proposte che vengono dal governo nazionale e dall’Europa. Occorrono forze nuove preparate e animate da passione politica e valori etici.
Essere cattolici non vuole dire avere automaticamente la patente di moralità e verità né, d’altra parte, chi si definisce laico non può pretendere di possedere il monopolio della ragione. Cattolici e laici debbono collaborare in nome di comuni ideali quali la difesa dell’ambiente, uno sviluppo circolare e sostenibile, la lotta alla povertà in Italia e nel mondo, la giustizia, la pace, la solidarietà e la cooperazione. Per i cattolici la politica è una forma di servizio alla collettività e una delle forme più preziose della carità; dobbiamo andare avanti con le forze liberali, repubblicane e socialiste che sono state tagliate fuori da un modo errato di fare politica che è sfociato nel sovranismo e nel populismo.
La religione cattolica porta in dote dei valori morali ed etici di cui uno stato ha bisogno. Alcuni principi base quali l’onestà, la responsabilità, la trasparenza, la competenza ecc. compongono una sorta di “religione civile” che deve guidare il governo.
La politica è fatta dagli uomini e gli uomini di fede cattolica possono dare un importante contributo alla attuazione dei programmi ambientali sociali ed economici oggi in discussione a livello nazionale europeo e mondiale. Questa missione degli uomini di fede deriva direttamente dal Vangelo quando Gesù dice: voi siete il sale della terra, voi siete la luce del mondo, io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi, non si può servire a Dio e a Mammona ecc. La nostra missione non sarà facile, saremo in minoranza ma anche Gesù era in minoranza e i suoi principi sono tuttora validi e seguiti da milioni di persone nel mondo.
Noi siamo combattenti contro la maggioranza di questo mondo,contro i potenti, i prepotenti, gli oppressori, gli sfruttatori, gli aggressori. Il nostro programma è quello dell’enciclica Laudato si.
Noi siamo con tutte quelle persone buone che fanno volontariato, che operano nel sociale, che fanno parte di movimenti del terzo settore che lottano per sconfiggere la fame nel mondo e per curare un pianeta ammalato. Noi siamo quelli che lottano per la piena occupazione e per una migliore qualità della vita, noi siamo quelli che vogliono una scuola che educhi e non solo istruisca,noi siamo quelli che vogliono mettere sotto controllo una finanza troppo potente e condizionante e le grandi società che controllano i “big data”. Noi siamo contro quelli che ti vogliono fare cambiare la macchina, il computer o gli elettrodomestici “obsoleti” mentre possono essere riparati, contro la avidità, contro gli inquinatori, contro chi spreca energia, contro la burocrazia e la corruzione, contro quelli che non pagano le tasse e quindi rubano.
I cattolici assieme ai laici e alle persone di buona volontà debbono portare avanti questi principi con competenza e spirito di servizio. La fede non è l’oppio dei popoli ma ti dà una carica in più per risolvere i problemi. Le scadenze del 2030 e 2050 che sono state fissate a livello mondiale dagli scienziati per cambiare un modello di sviluppo e arrivare a una economia sostenibile capace di risolvere i problemi cui prima si faceva riferimento si stanno avvicinando.
Speriamo che l’uomo abbia l’intelligenza necessaria per operare in questo senso conscio che le piccole riforme non bastano. Siamo in un momento storico drammatico ma sappiamo cosa fare e abbiamo a disposizione grossi finanziamenti europei. Il COVID 19 ci ha insegnato che i problemi complessi che dobbiamo affrontare si risolvono a livello mondiale a fronte di istituzioni internazionali molto fragili.
A noi il compito di trasformare un mondo e un ambiente malato pena l’insorgere e l’aggravarsi di grosse tensioni a livello internazionale che possono portare a scenari di guerra.
Maurizio Angellini e Stefano Aldrovandi