Da un rapporto redatto dall’European Council on Foreign Relations (ECFR) e dall’European Cultural Foundation (ECF) emerge che gli europei si stanno chiudendo sempre più sul piano etnico e della xenofobia. Fino a mettere in discussione quei modelli che dono legati alla cosiddetta “europeità”. Anche se le rilevazioni dicono che un gran numero di cittadini in quasi tutti gli stati membri dell’UE continua ad avere fiducia nell’Unione ed  è ottimista sul suo futuro e si sente legato ad esso.

Tre sono i principali punti oggetto di una rilevazione condotta in tutti i paesi europei. L’idea dell’esistenza di una sorta di “suprematismo bianco”, il mancato coinvolgimento dei giovani e quello che una volta era il filo europeismo dei paesi dell’Est che sta scemando a vista d’occhio.

Facendo riferimento alla recente diffusione del rapporto Draghi, i ricercatori fanno rilevare che al necessario impegno per rilanciare l’economia dell’Unione andrebbe aggiunto il “sentimento europeo” che di quel rilancio dovrebbe essere il carburante.

Quello che si sta, invece, perdendo è il senso della comune appartenenza ad un territorio e a quei valori che l’Europa ha sempre indicato come primari e cioè  l’uguaglianza, la laicità e l’universalismo. Insomma, un numero crescente di persone si sente “escluso”, “disilluso” o “disinteressato” all’UE, in particolare le persone di colore e i musulmani, le persone nell’Europa centrale e orientale e i giovani elettori che ritengono, rispettivamente, che sia “troppo bianca”, “troppo occidentale”.

Gli analisti, al tempo stesso, fanno notare che un forte sentimento europeo è stato anche dimostrato da un’affluenza relativamente alta del 51% alle recenti elezioni del Parlamento europeo e dal fatto che una vasta maggioranza dei 27 governi nazionali rimane pro-europea.

La vittoria dei partiti di estrema destra alle elezioni europee in Francia, Italia, Belgio, Austria e Ungheria, e le ottime prestazioni nei Paesi Bassi e in Germania, hanno anche fatto ulteriormente diffondere l’atteggiamento anti-immigrazione.

Il rapporto ricorda anche la “limitata diversità all’interno delle istituzioni europee”, nel senso che appena il 3% degli eurodeputati proviene da minoranze razziali ed etniche, che costituiscono il 10% della popolazione dell’UE, e che molti paesi non sono riusciti a schierare candidati che non fossero bianchi. ”

Valutato preoccupante anche l’intiepidirsi verso l’Europa registrato nella parte centrale ed orientale dove si è appena registrata un’affluenza alle urne  inferiore al 40% in sette degli 11 paesi della regione. Alcuni europei delle aree centrali ed orientali, infatti, si dicono delusi dai reali benefici venuti dalla loro appartenenza all’UE.

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