Sabato 2 luglio, presso la Sala Isacchi di Ca’Prina, si è svolto il convegno “Solidarietà, Sussidiarietà, Welfare Circolare – INSIEME per un servizio socio-sanitario inclusivo DALLA PARTE DEGLI ANZIANI”.
La mattinata è stata promossa dal partito INSIEME (che nulla ha a che spartire con le ultime intemerate del ministro degli esteri) ed è stato attivamente patrocinato da Ca’Prina.
Relatori del Convegno Massi Franco, Presidente nazionale UNEBA, Molteni Massimo Direttore Sanitario Associazione La Nostra Famiglia – IRCCS Eugenio Medea, Rigamonti Alberto, Presidente Ca’ Prina, Tambini Patrizio, Responsabile Regionale Federsanità Confcooperative e Cortina Rosario Presidente Associazione “Vicini a te”.
I relatori hanno presentato il futuro che attende il nostro sistema socio-sanitario alla luce del nuovo, discutibile, modello di Distretto proposto dal ministero della salute e hanno convenuto sulla necessità di fare rete tra strutture impegnate nella cura della fragilità. Scopo della rete immaginata è quello di proporre un modello di assistenza integrato che si focalizzi sul territorio valorizzandone le eccellenze evitando inutili centralismi basati su modelli teorici poco accurati già nell’elaborazione. In tal senso Franco Massi ha ricordato come, recentemente, il ministro della salute abbia tenuto un incontro sulla gestione della questione socio-sanitaria senza mai citare RSA, Hospice e altri servizi di cura all’anziano che in Italia offrono qualcosa come 285.000 posti-letto.
L’idea emersa dal convegno è quindi quella di promuovere un coordinamento tra strutture ed enti locali portandoli a fare squadra sia per realizzare una gestione integrata dell’anziano sia per proporre modelli assistenziali che rimetterebbero al centro il territorio che si vorrebbe compartecipe della gestione dell’assistenza socio-sanitaria.
Come emerso dai dati presentati nei nostri paesi gli ultra-ottantenni sono ormai il 20% della popolazione e l’assistenza alla cronicità rappresenterà sempre più una tematica di cui occuparsi. Già oggi, come dichiarato dal sindaco di Sormano Giuseppe Sormani, “i comuni, specie quelli più piccoli, hanno nella spesa socio-assistenziali una delle prime voci di bilancio” e quindi è ovvio che non si possa pensare al socio-sanitario senza tener conto delle realtà locali. Parimenti è quanto ormai urgente pensare a un modello di assistenza che, pur sostenibile economicamente, sia a misura d’uomo e non di registro contabile poiché una sanità a prestazione non è compatibile con il concetto stesso di cronicità e di fragilità che sono connaturati all’invecchiamento.
All’incontro hanno partecipato numerosi esponenti di svariate realtà assistenziali del territorio mentre hanno brillato per assenteismo i rappresentanti delle istituzioni locali con le lodevoli eccezioni dei sindaci di Orsenigo, Sormano e Pigra.