Antisemitismo, fascismo e brutte frequentazioni. Qualcosa nel profondo… che periodicamente riemerge, ma pare  serva solo ad imbarazzare leggermente, e momentaneamente, i vertici di Fratelli d’Italia.

L’ultima è quella che riguarda un importante collaboratore del Ministro Lollobrigida costretto ad “autosospendersi” dopo l’emergere di imbarazzanti sue frequentazioni con brutta gente con cui si dilettava a sciorinare frasi filofascista ed antisemita. Si tratta di Paolo Signorelli, giovane virgulto della destra, e nipote, oltre che omonimo, di quel nonno che certamente sta nel Pantheon dei neofascisti più duri e puri. Ma anche molto compiacenti nei confronti della criminalità comune.

Purtroppo, è solo l’ultimo incidente di un percorso che porta dappertutto fuorché  a fare, finalmente, i conti con la Storia e a trarne le dovute conseguenze. Quali quelle che riguardano la scelta di amici, meglio dire camerati, sodali e collaboratori.

Sarà anche per questo se Luigi Milanesi, con l’intervento che segue, è costretto a constatare che della discussione sul fascismo non ci libereremo mai. Pensavamo, invece, di averla consegnata agli storici.

Del dibattito sul fascismo non ce ne libereremo mai. Non perché l’antifascismo lo usi come collante, questa tesi è una sciocchezza.

Non ce ne libereremo mai per il semplice fatto che se il fascismo è finito, soprattutto perché legato in maniera inscindibile alla figura di Mussolini, non lo sono i fascisti che nella loro visione culturale (democraticamente legittima) continuano a ritenere l’organizzazione repubblicana nata dopo la seconda guerra mondiale se non un errore almeno una formula inadeguata attraverso la quale gestire l’Italia.

Si spiega così l’insistenza, a tratti parvente maniacale, per una idea di ricondurre tutto ad un unico gestore.

Peraltro proponendo formule confuse: si chiede una repubblica presidenziale senza spiegare e capire se si tratta di una elezione diretta del presidente della repubblica o del primo ministro, basta che sia presidenziale nel senso che tutto si riconduca a formule plebiscitarie.

Poco conta l’architettura repubblicana basata sulle autonomie: additate (non senza qualche ragione) come elemento di lentezza decisionale e spreco di risorse. Siamo, quindi, tornati al punto di partenza.

La maggioranza di governo vuole smontare la Costituzione, sempre con la lodevole promessa del paese del bengodi. Non è tutto. E’ evidente che la società italiana dopo la guerra ha vissuto un tempo di ampliamento delle libertà individuali e collettive ed oggi queste libertà si sono ristrette, valga per tutti l’esperienza della legge elettorale che tra assenza delle preferenze e liste bloccate di fatto rendono il potere del cittadino fortemente ridimensionato.

Questo processo si accompagna, però, su una continua insistenza culturale di rivalutazione del fascismo e dei suoi esponenti. Qualche esempio piccolo piccolo?Il francobollo commemorativo di Giovanni Gentile nell’80° anniversario della scomparsa (assassinato dai GAP il 15/04/1944), naturalmente ricordato per il suo ruolo di filoso e non di attivo fascista (ministro ed aderente alla RSI). Ce ne era proprio bisogno?

Adesso abbiamo il francobollo a Italo Foschi primo presidente dell’Associazione Sportiva Roma. Chi era Italo Foschi?

Riporto quanto pubblicato da Rai Veneto. Italo Foschi, lo squadrista fascista a cui è stato dedicato un francobollo, fu espulso dal partito fascista per eccesso di squadrismo dopo l’omicidio del segretario del Partito Socialista Unitario Giacomo Matteotti. Foschi venne riammesso poco dopo per ordine di Farinacci, ma di nuovo dovette abbandonare la segreteria per “non aver soppresso convenientemente lo squadrismo e di esserne stato coinvolto”.

Senza cariche di partito Foschi intraprese la carriera prefettizia. Dopo la caduta del fascismo aderì alla RSI, per conto della quale fu a Belluno dal 24 settembre al 4 novembre 1943 come “Capo della Provincia”, di fatto annessa al Terzo Reich nazista nella zona Alpenvordland voluta da Hitler. Troviamo il suo nome anche nell’elenco dei responsabili della persecuzione antiebraica in Veneto stilata dal Centro Studi Internamento Deportazione. Processato dopo la guerra secondo alcune fonti venne assolto da ogni addebito, secondo altre fruì dell’indulto del giugno 1946.

Ora, nel 140simo dalla nascita, il francobollo commemorativo per aver fondato l’AS Roma. Tutto questo a pochi giorni dall’emissione di quello dedicato al deputato socialista trucidato dai fascisti.  Anche qui la domanda. Ce ne era bisogno?

Non sono prove di regime. Semplicemente prove di imbecillità.

Luigi Milanesi

Ps) Un francobollo dedicato al fascista Italo Foschi. Lo sdegno della comunità ebraica di Venezia (www.rainews.it)

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