A Giorgia Meloni è proprio andata di traverso la lunga inchiesta giornalistica su quale razza di “allevamento” è stato, anche da lei, messo in piedi nella sua organizzazione di partito, Gioventù Nazionale.
Non l’è andata giù per tanti motivi. Perché gliel’hanno buttata tra i piedi in un momento delicato nel pieno della definizione degli incarichi europei. Perché è costretta a vedere nello specchio riflesso di un reportage quel che motiva la “pancia” del suo mondo, fatto di modestia intellettuale ed intellettiva. Perché svela la “doppiezza” nel presentarsi diversi da chi si è. Una pratica che non le è del tutto sconosciuta, in particolare, in campo internazionale.
E c’è voluto l’antisemitismo dilagante tra i suoi giovani a svegliarla. Chissà se questo non fosse venuto fuori come avrebbe provato a continuare a fare finta si niente. L’imbarazzo verso ambienti che pure l’hanno sostenuta e la sostengono nonostante tutto, perché sulla questione della razza Giorgio Almirante, che ha formato quasi tutti i dirigenti di Fratelli d’Italia che contano, fa parte dei punti di riferimento suoi e di tanti altri.
Ma si sa, ognuno si cerca i compagni di strada. Salvo poi ritrovarsi di fronte a delle brutte sorprese. E magari qualcuno degli eletti è costretto a scoprire che quella ragazza o quel ragazzo tanto “perbenini”, e che t’hanno votato, t’hanno aiutato a raccogliere voti, sono in realtà tuoi nemici dentro.
Il punto vero, però, non è solo l’antisemitismo. E finalmente, dopo un lungo silenzio, e anche questa la dice lunga, Giorgia Meloni si è accorta di come stanno le cose. Ma ha pensato bene di rimarcare come il problema principale non fosse l’oggetto della sconvolgente inchiesta, bensì com’è stata realizzata.
E’ giunta persino a rivolgersi a Mattarella parlando di un metodo da “regime”. E che c’entra Mattarella? Questa è un’altra cosa che Giorgia Meloni poteva risparmiarsi. O cosa vuole insinuare? E per di più sorvolando su come i suoi stanno gestendo la Rai: questa si che appare sempre più irreggimentata.
Il giornalismo d’inchiesta, fortunatamente, c’è sempre stato e speriamo che aumenti in un Paese che ha sempre bisogno di trasparenza e di libertà di stampa. Oltre a dimenticare altre inchieste clamorose che hanno pure ricordato la sinistra, forse Giorgia Meloni è troppo giovane per ricordare cosa s’inventavano i giornalisti del passato per scoprire gli altarini dei politici della Prima repubblica. Avrebbe saputo delle esilaranti gesta di che giunse persino a nascondersi nello studio del Segretario della Dc per carpirne i segreti o affermazioni imbarazzanti. Ma il tutto finì a risate perché nessuno era permaloso, o lo nascondeva bene, come invece sembrano esserlo un po’ tutti quelli di Fratelli d’Italia che ogni giorno annunciano due, tre querele. Certo, nel caso dei suoi giovani ragazzotti c’è un qualcosa che ammette poco umorismo giacché di mezzo ci sono cose tanto odiose come l’antisemitismo e il razzismo.
E allora che Giorgia Meloni spolveri davvero, ma con le grandi pulizie di fine stagione, in casa sua. Getti via, e faccia gettare via, i busti di Mussolini, leghi quelle mani sempre pronte ad alzarsi con il saluto romano e, soprattutto, faccia una scuola di partito vera dove non ci si appassioni solo di ingialliti ricordi di brutti personaggi e di brutte storie, come quelle legate al fascismo e al neofascismo.