Abbiamo scritto che la Politica mette spesso di fronte ad una linea ferma che costringe ad una scelta. Il popolarismo italiano e i cattolici democratici hanno sperimentato più volte un’esperienza simile. Le più emblematiche furono sicuramente quelle del Partito Popolare di Sturzo che si pose in una posizione di profondo antagonismo a Mussolini. E questo nonostante significasse una radicale alternatività alle posizioni anche dei cattolici clerico- fascisti.

Poi, venne la volta della Dc degasperiana che non esitò a farsi antagonista sia dei rigurgiti neofasciste, o altri d’impronta populista come furono quella dell’Uomo qualunque, a livello nazionale, o del Comandante Lauro, a Napoli, sia dell’altro totalitarismo e statolatrismo del comunismo.

Tra queste due esperienze non dev’essere dimenticata quella della lotta partigiana che vide il sacrificio e l’impegno di uomini e donne, tantissimi e tantissime, d’estrazione cattolica. I nomi più emblematici furono quelli di Telesio Olivelli, dei fratelli Di Dio, di Mattei, Cefis e Marcora. Ma anche di Taviani e di Tina Anselmi. Troppi sarebbero da citare…

Sturzo, De Gasperi e i partigiani Volontari della Libertà si mossero, comunque, rivendicando la propria autonomia. E questo caratterizzò proprio una scelta richiesta dai fatti oggettivi del Paese.

Noi oggi, siamo di fronte a dei passaggi simili, sia pure in un altro contesto. Ne abbiamo già parlato in occasione della scelta europea, del Premierato e dell’Autonomia differenziata. E bisogna chiarire che scegliere da che parte stare non significa accettare la logica del bipolarismo, bensì quella della continuità popolare, democratica e solidale indicata dalla Costituzione cui hanno dato il massimo apporto uomini e donne del popolarismo e del cristianesimo democratico. E come hanno insegnato De Gasperi e Moro, ma anche San Giovanni XXIII, le cose si fanno con chi ci sta. Così, abbiamo aderito alla richiesta di Referendum per abrogare la Legge elettorale del Rosatellum, senza fare l’analisi del sangue degli altri sostenitori della raccolta firme.

Sappiamo che altre vicende richiederanno una scelta e i prossimi passaggi in Europa  ce lo confermeranno a breve.

Intanto, è il caso di segnalare una delle tante che sono di questi giorni. È quella della Giustizia le cui ultime decisioni in materia rischiano di metterla in crisi profonda, oltre che aiutare i corrotti e la criminalità organizzata. L’intervento di due sere fa del Procuratore Gratteri  fa accapponare la pelle (CLICCA QUI).

È quindi chiaro perché, senza rinunciare ad un’autonomia sollecitata dalla necessità di restare alternativi sia a questa destra, sia alla sinistra, non possiamo non prendere posizione guardando alla sostanza delle cose.

Giancarlo Infante

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