Papa Francesco, come ultimo appuntamento del suo recente viaggio apostolico in Asia e Oceania, ha incontrato i ragazzi di diverse fedi al Catholic Junior College di Singapore nel corso di un evento interreligioso. Il Pontefice, che ha scelto di rispondere a braccio a tre ragazzi, un giovane indù, una giovane sikh e una giovane cattolica, alla presenza di una decina di leader religiosi, ha lodato la loro capacità di portare avanti il dialogo interreligioso. Ha affermato poi, incalzato dai ragazzi, che “tutte le religioni sono un cammino per arrivare a Dio”, e che nessuna è più importante di un’altra. Sul palco allestito per l’evento campeggiava la scritta:” Insieme nella speranza dell’unità: la gioventù interreligiosa per papa Francesco”.
Nel Settembre del 2022 il Pontefice aveva compiuto un altro viaggio apostolico in occasione del VII Congresso dei leader delle religioni tradizionali e mondiali (CLICCA QUI)ospitato ad Astana (oggi Nur-Sultan), nel Kazakistan, dove si era parlato del ruolo dei leader delle varie confessioni nello sviluppo spirituale e sociale dell’Umanità (CLICCA QUI). Come curiosità segnalo che, sempre ad Astana, è situato il “Pantheon delle Religioni”, edificio davvero molto particolare (CLICCA QUI). Le sale sono denominate Pantheon dei Popoli Kazaki, Pantheon dei Fondatori della Nazione, Pantheon Islamico, Pantheon Cristiano, Pantheon Buddista, Pantheon dei Popoli Ebraici. Dal Pantheon dei Popoli Kazaki si entra in tutti gli altri ambienti commemorativi, con un passaggio di luogo in luogo: la luce naturale proviene da un’apertura circolare sulla volta, esattamente come in quello di Roma, evidentemente un precursore.
“Gli sforzi dei leader mondiali e quelli delle organizzazioni internazionali non sono sufficienti per superare le sfide che l’umanità sta affrontando – aveva affermato Askar Shakirov, presidente del Senato del Kazakistan -. Quindi è molto importante la voce dei leader spirituali che hanno una grande autorità tra la popolazione mondiale e che invitano a superare insieme le sfide che abbiamo di fronte”. L’obiettivo del Congresso era quello di creare un’istituzione internazionale permanente, garantire il dialogo interreligioso e un processo decisionale coordinato.
La dichiarazione finale del Congresso invitava i leader mondiali ad abbandonare ogni retorica aggressiva e destabilizzante. Chiedeva la cessazione dei conflitti e degli spargimenti di sangue in tutto il mondo. Inoltre sosteneva che l’estremismo, il radicalismo, il terrorismo e tutte le altre forme di violenza non hanno nulla a che fare con la religione e devono essere respinti. Lanciavano poi un appello a non usare la religione come mezzo per raggiungere i propri obiettivi.
Il Congresso si tiene ogni tre anni, ospitato in una sala circolare all’interno di un edificio conosciuto come “Piramide della Pace e della Riconciliazione”, in tutto simile alla piramide del Louvre. Sul valore simbolico della costruzione, di non equivoco significato, e sulle conseguenti implicazioni, ognuno potrà trarre le sue conclusioni. In Aprile si è tenuto a Roma un colloquio che ha visto impegnati il Dicastero per il Dialogo Interreligioso (CLICCA QUI)del Vaticano e, da parte kazaka, rappresentanti del Congresso dei Leader delle Religioni Tradizionali e Mondiali (CLICCA QUI). Qui il discorso del Papa in quell’occasione (CLICCA QUI).
In ultimo, allo scopo di spiegare le parole del titolo, faccio solo un accenno alla sede del recente Summit dei BRICS, evento peraltro pochissimo presente sui nostri media. Non entro nel merito delle valutazioni politiche (chi vuole ne può trovare a questo link (CLICCA QUI), ma intendo solo fare una riflessione sulla prima parte della parola composta “geopolitica”, e cioè sulla componente geografica.
Ho citato tre città: Kazan, capitale della Repubblica russa del Tatarstan (non so quanti di noi ne avessimo sentito parlare prima), Astana, capitale del Kazakistan, e Singapore, ricca città-stato. Cosa accomuna queste tre località? Semplicemente il fatto di essere collocate, per noi, ad Est, anzi per Singapore si può parlare di Far-East o anche Estremo Oriente. Ora, essendo noi, parlo degli Italiani, più avvezzi ad avere a che fare con il Far-West, con profeti come Sergio Leone, ecco che i cambiamenti in atto dovrebbero suggerirci di girare lo sguardo anche in quell’altra direzione dove, con tutta evidenza, si sta spostando il baricentro delle vicende mondiali.
Non do giudizi di merito, ma qualunque sarà la direzione verso cui si volgeranno gli sviluppi della nuova situazione, sarebbe meglio non farsi trovare impreparati. Qualcuno ha preso atto dei cambiamenti in corso, ed è il Segretario della Nazioni Unite Antonio Gutierrez: la sua presenza a Kazan ha spiazzato i nostri media, vittime della loro stessa propaganda omissiva e provinciale, costretti a balbettare di straforo (fa eccezione Avvenire) qualche parola di stupore e di improbabile e inutile reprimenda. La realtà è che forse dovrebbero evitare di trattarci come bambini sprovveduti.
Massimo Brundisini