Una ricerca realizzata da Fondazione Cariplo, WeSchool e Politecnico di Milano ha analizzato come docenti e alunni hanno vissuto il rapporto con la digitalizzazione durante l’emergenza dovuta al Covid-19. Percorsi di Secondo Welfare ha pubblicato al riguardo il seguente articolo, a firma di Eleonora De Stefanis
Oggi si parla molto del rapporto tra digitale e scuola, e sempre più spesso ci troviamo di fronte a casi ed esperienze meritevoli di interesse per capire come funzioni e quali impatti abbia sul nostro sistema educativo e sociale. La ricerca “Dati alla mano: scuola, disuguaglianze e tecnologia” realizzata da Fondazione Cariplo, WeSchool e Politecnico di Milano guarda proprio ad alcuni di essi. Presentata il 25 gennaio presso MEET – Digital Culture Center a Milano, l’analisi si è posta tre domande fondamentali:
- Il digitale aumenta o diminuisce la disuguaglianze?
- Il corpo docente è pronto a gestire questa mole di novità e qual è suo ruolo nella didattica innovativa?
- L’Intelligenza Artificiale (AI) generativa, che ruolo avrà in questo scenario? Colmerà o aggraverà le disuguaglianze?
Di seguito vi proponiamo alcune delle evidenze più interessanti emerse nel corso dell’evento di presentazione.
Gli obiettivi della ricerca
“In un mondo di informazione ridondante, chiediamo competenze diverse dal passato e per decidere in che direzione proseguire è importante sperimentare. Con il digitale, però ‘sperimentiamo sulle persone’: è proprio per questo che abbiamo bisogno di dati, perché sono fondamentali per progettare in futuro”, ha detto Giovanni Azzone, Presidente di Fondazione Cariplo, sottolineando l’importanza delle informazioni offerte dalla ricerca.
Donatella Sciuto, Rettrice del Politecnico di Milano, ha ricordato che un progetto di ricerca come quello realizzato è fondamentale per sostenere i ragazzi e le ragazze nel proseguimento del proprio percorso educativo. Se l’obiettivo finale è la piena realizzazione dell’equità di opportunità, è necessario “pre-occuparci, letteralmente occuparci prima, anticipare i rischi possibili di abbandono perché l’università possa essere un vero e proprio ascensore sociale”. È innegabile, sostiene la Rettrice, che la tecnologia sia foriera e riproduca le disuguaglianze esistenti: possiamo vedere gli effetti più concreti del digital divide in alcuni segmenti di popolazione, come le persone anziane o le persone con un background socio-economico svantaggiato. Sta alla ricerca, dunque, il compito di renderla inclusiva.
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