In Italia tra il 1960 e la fine degli anni 70 l’aumento del PIL in Italia è stato del 4,8 per cento medio annuo, tra gli anni 80 e 90 la crescita è stata del 2 per cento, dall’inizio del 2000 fino al 2018 la ricchezza del nostro paese è cresciuta mediamente dello 0,2 per cento ogni anno. Prima del COVID 19 la crescita era praticamente dello 0%, dopo il COVID 19 si registra un calo notevole del PIL dell’ordine del 10 %. L’Italia si trova in recessione come il resto del mondo : 1,5 miliardi di persone sottoposti a lockdown, interi settori congelati, consumi bloccati, industrie ferme. Il COVID 19 ha dato il colpo di grazia all’economia traballante dell’Europa e dell’Italia ed oggi siamo in piena depressione.
Si sono ridotti i consumi, si viaggia di meno, si legge di più, si produce di meno, operai in cassa integrazione, si lavora da casa, nelle strade meno automobili, nel cielo sono spariti gli aerei, c’è meno inquinamento,file di gente davanti alle mense della CARITAS, si producono meno rifiuti e in genere la natura si riappropria di spazi che gli erano stati tolti. Crisi o opportunità? Luci e ombre!
I teorici della decrescita felice avevano previsto che ,a fronte di un calo della produzione e dei consumi ci fosse un aumento di beni relazionali quali l’amicizia, la cultura, la solidarietà, il sapere, l’amore, la convivialità, la partecipazione ecc.
Per il momento con le misure emergenziali richieste dal COVID 19 ancora in atto questi beni sono in parte inibiti ma è pur vero che c’è una grande esigenza di contatti e relazioni sociali e spirituali basati sul dono e la reciprocità. Tra gli italiani è presente una propensione alla generosità; il 64,i % dei 18-40 enni dichiara che gli piace fare qualche cosa per gli altri e fare volontariato, il 92% degli italiani dichiara che gli piace o gli piacerebbe vivere in un contesto in cui le persone si conoscono, si frequentano e si aiutano (articolo di Giacomo Galeazzi su Politica Insieme CLICCA QUI ). La crisi causata dal COVID 19 porterà con sé e incrementerà queste tendenze e si trasformerà in un aumento della solidarietà? Occorre analizzare innanzi tutto i fenomeni in atto causati dal corona virus. Oltre 300.000 aziende hanno chiesto la cassa integrazione per 5 milioni di lavoratori e la crisi cancellerà mezzo milione di posti di lavoro. Il governo ha previsto investimenti per 400 miliardi di euro in 5 anni di cui 250 per infrastrutture materiali e immateriali e 150 miliardi di investimenti nel sistema industriale.
In fase di emergenza il governo ha operato con ragionevolezza e con equità per distribuire risorse e attenuare i costi sociali della crisi ma alla fine del 2020 si può prevedere una perdita del PIL dell’ordine del 10%e la crisi causata dal COVID 19 sarà pagata soprattutto dai giovani nonostante la cassa integrazione e il fondo europeo per la disoccupazione.
Il governo Italiano deve approfittare di questo momento di crisi per imprimere un reale cambio di passo al paese e il post corona virus può essere una opportunità. Il governo italiano deve mettere in campo un piano di sviluppo industriale basato su ambiente e sanità che dia slancio al tessuto produttivo nazionale e sviluppi l’occupazione. Un piano di sviluppo basato sulla solidarietà e sulla sobrietà. Due idee che si ispirano ad ideali cristiani, due idee che i partiti tradizionali non hanno, due idee che non rispondono ad interessi di parte o a gruppi di potere ma ad interessi ed esigenze di tutta l’umanità a partire dai più deboli.
Per quanto riguarda la sobrietà sarebbe auspicabile in questo momento di crisi economica ripensare a quanto è scritto nella enciclica “Laudato si” di Papa Francesco nel capitolo gioia e pace: “ la spiritualità cristiana propone un modo alternativo di intendere la qualità della vita senza essere ossessionati dal consumo, si tratta della convinzione che meno è di più. La spiritualità cristiana propone una crescita nella sobrietà . Si può avere bisogno di poco e vivere molto soprattutto quando si trova soddisfazione negli incontri fraterni, nel servizio, nel mettere a frutto i propri carismi, nella cultura e nell’arte nel contatto con la natura e nella preghiera”.
La sobrietà e l’umiltà non hanno goduto nell ‘ultimo secolo di una positiva considerazione. Le forze politiche che nel passato hanno messo in programma l’austerità non hanno avuto molta fortuna ma anche all’interno della chiesa gli appelli all’austerità non hanno avuto entusiastiche accoglienze forse perché l’austerità è stata scambiata per povertà mentre il suo significato vero è da intendersi come austerità morale.
Forse il corona virus può fare il miracolo e potremmo approdare all’isola del meno: meno consumi, meno lavoro, per una qualità della vita più rispettosa dell’altro e più felice per tutti. Per quanto riguarda la solidarietà, a parte i programmi di welfare basati sulla sussidiarietà, l’obiettivo primario è quello di creare nuova occupazione: “lavorare meno a parità di salario”.
Questa è la proposta avanzata dal neo presidente dell’INPS Pasquale Tridico condivisa dal sindacato lavoratori. La riduzione dell’orario di lavoro non è una questione semplice ma è fattibile mettendo in campo nuove tecnologie, la flessibilità degli orari, la formazione dei lavoratori per garantire la produttività ; d’altra parte in Italia siamo fermi all’ultima riduzione del lavoro del 1969 e questa riforma potrebbe essere una leva importante per ridistribuire ricchezza, aumentare l’occupazione ed attenuare i costi sociali della crisi.
In Francia l’orario di lavoro è di 35 ore e in Germania si comincia a parlare di una settimana lavorativa di 28 ore. L’idea di fondo di queste proposte è quella della solidarietà.
Puntare sulla solidarietà non è un concetto astratto, un concetto da buonisti ;puntare sulla solidarietà è una scelta di vita e una scelta economica, puntare sulla solidarietà vuol dire non puntare solo sul danaro e sul guadagno, vuol dire puntare sulla funzione sociale delle imprese. Nelle scelte aziendali la solidarietà deve grande importanza e a parità di guadagno deve prevalere la possibilità di creare occupazione. L’economia deve ripartire pensando al benessere e non alla crescita ; distribuzione della ricchezza, qualità della vita e tutela dell’ambiente sono gli obiettivi alla base dell’economia del benessere che devono orientare le scelte politiche.
Forse dopo il boom dell’economia fatto registrare negli anni 60 e 70 è giunto il momento dell’economia della solidarietà che può portare a una società più giusta. Gesù Cristo ha dettato dei principi e dato degli insegnamenti sulla base dei quali i primi seguaci di Gesù diedero origine a delle comunità basate sulla solidarietà. Questo è il modello da portare avanti
Sobrietà e solidarietà non sono obiettivi utopici o irrealistici; sono, al contrario scelte razionali ed intelligenti perché non ci si può sviluppare all’ infinito in presenza di risorse finite e con squilibri economici che tendono ad aumentare Il COVID 19 può essere quindi una opportunità che può dare il via ad un nuovo periodo storico cosi’ come accadde nella seconda metà del 1300 quando, finita la peste, iniziò il Rinascimento.
Maurizio Angellini e Stefano Aldrovandi