Chi scrive ritiene opportuno dichiarare subito di essere stato uno dei tantissimi ad avere firmato una petizione tendente a convincere il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, dal deflettere dall’intenzione di rimettere il mandato ricevuto dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. La decisione ha provocato una delle più vaste sollevazioni della pubblica opinione qualificata da molti decenni a questo tempo.
La data del delitto: 20 luglio 2022. Il luogo del delitto: un Parlamento occupato per la maggior parte da inadeguati, da irresponsabili, da politicanti da strapazzo. da scappati di casa, da un’armata Brancaleone (con tutto il rispetto per l’originale) e di reclutati alla meno peggio con criteri opachi, messi in lista senza alcuna selezione popolare. Un possibile movente del delitto: andare a votare prima che qualcuno si decidesse a progettare un cambio di Legge elettorale. Il movente ancor più volgare: il desiderio di riappropriarsi della gestione del dossier nomine nelle società partecipate. Il movente inconfessabile: la fermezza nei confronti di Putin. Il movente subliminale: il timore che l’azione del Governo per rendere migliore l’Italia potesse avere un futuro.
I risultati ottenuti dal Governo Draghi parlano da soli: il piano vaccinale ha avuto successo, le riforme approvate sono visibili, le scadenze del PNRR sono state fin qui rispettate. Il grande cambiamento prodotto nel Paese è reale: l’Italia ha riconquistato prestigio e leadership in Europa e a livello internazionale; il PIL è cresciuto negli ultimi 18 mesi più che in qualunque Paese del contesto occidentale; l’aspettativa di vita, diminuita nel corso degli ultimi due anni a causa del Covid è nuovamente fissata ad ottantadue anni e nove mesi; la percentuale di cittadini italiani che dichiarano di essere molto soddisfatti della vita che conducono è arrivata al 46%; l’indice della fiducia di famiglie ed imprese è di nuovo attestato a livelli alti ed in risalita; la produzione industriale, nei confronti della quale gli analisti attendevano cinque mesi di arretramento, ha tenuto; il Prodotto Interno Lordo non ha evidenziato segno negativo. Il termometrico comparto lavoro ed occupazione manifesta trend positivi: lo stock nazionale è descritto al suo massimo, oltre i 23 milioni di addetti, le nuove assunzioni degli ultimi 12 mesi hanno raggiunto le 670.000 unità, il 50% delle quali a tempo indeterminato; nel frattempo, sono anche incrementate le ore lavorate del 6,7% e si registra una diminuzione di abbandoni nel lavoro autonomo; i lavoratori dei settori chimico e farmaceutico hanno rinnovato i loro contratti collettivi senza un’ora di sciopero e con un significativo aumento di salario mensile; il Superbonus, misura positiva ma controversa, ha certamente contribuito. I dati Abi contribuiscono ad evidenziare situazioni positive: i depositi sono incrementati del 4,9% raggiungendo quota 87 miliardi di euro; i prestiti sono incrementati del 2,8%. Sono anche di segno positivo i dati dell’ANAS relativi alla mobilità degli italiani, nonostante gli aumenti del carburante e la diminuzione delle immatricolazioni: il traffico delle auto è incrementato del 4%, quello dei veicoli industriali ed autobus del 14% su base annua.
Nonostante ciò, il non politico Professor Mario Draghi è stato dimissionato di fatto, il Paese andrà incontro ad un grande rischio incertezze, perderà l’autorevolezza nazionale ed internazionale della quale ha goduto negli ultimi 518 giorni. La fine del Governo Draghi comporta la gestione in prorogatio dei numerosi dossier aperti; tra i più complessi spicca quello concernente il Bonus edilizio. Il Presidente Draghi ne è consapevole: necessario un intervento che risolva diversi problemi, a partire da quelli delle imprese con i crediti bloccati, oltre alla ordinata prosecuzione delle politiche anticicliche quali incentivi per ristrutturazioni ed efficientamento energetico del patrimonio immobiliare del Paese.
Far cadere il Governo Draghi, da parte dei tre partiti che ne portano la concreta responsabilità, vero atto di bugiardo sciacallaggio, del quale nessuno degli autori ha voluto assumere in prima persona la responsabilità per cercare di non pagarne il prezzo, è stata una scelta surreale, possibile solo facendo prevalere il proprio particulare interesse su quello del Bene Comune, dell’interesse generale del Paese.
Quali le aspirazioni dei nostri concittadini? Desiderano che chi governi abbia serietà e competenze per farlo; desiderano condividere un pensiero guida sul futuro, un’idea attrattiva di società e di sviluppo; non sono interessati ad attribuire ad alcuno rendite di posizione. In dettaglio, la gente vorrebbe vivere in città belle e bene ordinate, vivibili, ove servizi ed uffici siano efficaci ed efficienti, accoglienti, ove i diritti, per essere soddisfatti, non debbano degradare a favori elargiti ad indicibili condizioni, ove la Scuola risponda a requisiti omogenei in tutto il territorio nazionale, tempo pieno ed insegnanti disponibili compresi.
Che il prossimo scontro sia fra Pensieri! Avranno i protagonisti dello scontro elettorale prossimo la gentilezza di esplicitare la loro posizione sui più scottanti problemi con i quali i prossimi Parlamento e Governo dovranno confrontarsi e di non parlare solo di schieramenti? Sintetico catalogo di grandi questioni: sostenibilità della vita della nostra Comunità, con particolare riferimento al futuro dei giovani; efficace contrasto alla Pandemia; riduzione della dimensione del debito pubblico; risoluzione della crisi energetica; gestione del New Generation EU, PNRR, Riforme; ruolo in Europa; ruolo nel fermo contrasto verso Putin.
Alcuni politologhi hanno stimato in circa 7 milioni di elettori la consistente minoranza di italiani che desidererebbero che venga ancora discussa la possibilità\opportunità che le riforme facenti parte del programma del Governo Draghi vengano realizzate. Questa minoranza non ritiene di avere alcun partito che la rappresenti in modo convincente: questo dovrebbe essere importante motivo di riflessione per il partito INSIEME che fa di questi, e di altri valori oggi poco difesi e talvolta preteriti, la propria ragion d’essere.
Minoranza composta prevalentemente da giovani che non si rassegnano, da persone che abitano le grandi città, con importanti livelli di studi e di conseguenti lavori, che leggono la stampa specializzata ed internazionale e ne sanno valutare, anche criticamente, gli assunti; questa minoranza è in cerca, e la forte astensione lo dimostra, di un partito che la rappresenti per quello che è e che affermi con decisione e senza incertezze visione, valori, progetti, obiettivi, concretamente sintonici con quelli dell’agenda Draghi: INSIEME potrebbe essere uno di questi partiti. E’ necessario beneficiare del meccanismo anti spread approntato dalla Banca Centrale Europea, il che è possibile soltanto riducendo il deficit. Lotta senza quartiere contro diseguaglianze ed ingiustizie, incremento della base occupazionale, soprattutto per donne e giovani. Misure di sostegno per la classi meno abbienti a finanza invariata, attingendo con la leva fiscale sul 10% dei redditi altissimi.
Serve evitare che s’incrini la fermezza italiana nei confronti dell’invasione armata della Russia contro l’Ucraina, a difesa degli interessi del sistema occidentale euro atlantico: a seconda di come finirà la guerra in corso, la nostra vita subirà significative influenze positivo\negative; è compito delle élite farsi seguire dalla pubblica opinione attraverso la dimostrazione di forza di convincimento, correttamente argomentata.
Per tutto ciò, Mario Draghi resterà il “fantasma” nel corso della Campagna Elettorale fino al 26 Settembre. Dopo, chissà cosa sarà.
Massimo Maniscalco