Ci risiamo! E questa volta non tanto per bocca di qualche  tenace cattolico vedovo inconsolabile del Centro politico. O per certi interessati proprietari di qualche partitino personale che in qualche caso tengono il simbolo dello “Scudo Crociato” sotto chiave. Ma per la penna di uno stimato giornalista laico, spesso sostenitore del bipolarismo se non del bipartitismo. Ezio Mauro.

Ho atteso alcuni giorni per vedere se il suo articolo pubblicato su ‘la Repubblica’ il 18 agosto scorso: “La metamorfosi di Forza Italia”, stimolava dibattito e discussione. Ma tranne i buoni chiarimenti di Giuseppe Fioroni e Giorgio Merlo su questo blog, non ho avuto la possibilità di leggere qualcosa.

La ricerca di un nuovo centro politico, oggi solo…geometrico mi viene da aggiungere o solo alternativo alle posture e alle frasi della Meloni e della Schlein, è dunque ritornata autorevolmente nel dibattito pubblico. Ma questa volta, come si diceva, non ha riguardato i tanti diversi e solitari cattolici, rispettabili nostalgici di una Dc consegnata definitivamente ai libri di storia. Una nostalgia centrista sempre rimasta però silenziosa sul (dato di) fatto che, da sempre, il cattolicesimo politico ha avuto da fare con i cattolici democratici di sinistra, e con i cattolici conservatori di destra: come li ha scrutati Sturzo sin dagli inizi del Novecento. E se ancora vogliamo rivolgerci alla diade settecentesca francese, ci sono sempre stati oltre a una sinistra dc ed a una destra dc anche cattolici centristi, cattolici bipolaristi e cattolici pluralisti; cattolici sociali e cattolici ultraliberali;  cattolici individualisti e chiusi, e “cattolici del noi” aperti; cattolici della nazione e cattolici del mondo; e via discorrendo. E non per ultimo cattolici clericali e cattolici autenticamente laici: tra questi ultimi, un “cattolico a modo suo“, studioso e intellettuale serio della coscienza religiosa e di fede autentica, come veniva definito l’indimenticabile  Pietro Scoppola.

Questo benedetto Centro politico, individuato come unico e solo salvatore della democrazia moderna, era dunque da molti anni in  agenda. Specie da parte, ripeto, di tante frange del cattolicesimo politico. Anche con convegni, interessanti manifesti e incontri, buoni giornali cartacei e on line. C’era di fronte il pericolo di un tragico ritorno del fascismo storico e del comunismo storico. O, se vogliamo, c’era da una parte la totale libertà del mercato, e dall’altra un mercato completamente nelle mani dello Stato con una sua pianificazione centralizzata.

In questa recente e ultima occasione, la novità e la sorpresa spuntano da una riflessione sul centro di un noto giornalista controcorrente di sinistra, “…storico detrattore…della Dc“, come puntualizza Giorgio Merlo. Ezio Mauro è  uno stimato commentatore con cui bisogna sempre misurarsi. A  leggere con attenzione il suo articolo non si può tuttavia evitare di intravvedere tra le  righe un velato sarcasmo e una sottile ironia, che in questo appunto non si prendono in considerazione.

Forza Italia si vuole trasformare in una nuova Dc ? Tajani in un  De Gasperi degli anni 2000? E i precedenti di Berlusconi aiutano? Comunque stiano le cose, e al di là dello scherno, Ezio Mauro, per mettere in apprensione Giorgia Meloni e Elly Schlein, fa nascere questa nuova Dc di centro dalla “mutazione” di Forza Italia. Trasformata “d’emblée in un partito che può ereditare il lascito culturale, politico e i valori, della Dc storica. E che oggi può riunire i “moderati” italiani al momento dispersi. Se non addirittura assenti dal seggio elettorale per mancanza di un sistema elettorale proporzionale, e per l’assenza di una offerta specificamente indirizzata a coloro che sono – appunto –  parchi e calmi, sereni ed equilibrati anche nei programmi politici. Insomma quei moderati giacenti in silenzio in attesa di sapere cosa passa il convento di destra e quello di sinistra. Protesi perennemente alla mediazione degli altri e senza idee proprie. Evitando dunque quegli elettori non moderati, perché sfrenati, incontrollati e costantamente inappagati e rivoluzionari.

Si tratta, chiarisce però Ezio Mauro –  e meno male –   di recuperare un centro politico e sociale “…mitologico“. Un centro cioè – viene da pensare – irreale ed astratto, esistente solo nella fantasia? Oppure un centro formato da quella  borghesia scomparsa tuttavia da tempo – come moltissimi anni fa ha sostenuto Giuseppe De Rita – sommata ad un antico ceto medio salito sul discensore e oggi scomposto in diversi ceti?

Si tratta di tenere anche  conto che i frequentatori della messa domenicale sono calati dal 37% circa del 1993, al 24% circa di cinque anni fa – dice Diotallevi – e al 18 % circa dei nostri giorni: tutti ultra sessantenni che votano in buona parte per FdI, M5s e Lega?

Un fatto è però certo. Perché alla fine si tratta di depositare a sinistra un “mitologico” – anche in questo caso – proletariato otto-novecentesco. Assieme a una  “mitologica” classe operaia già da un po’ di tempo sostituita dai robot e dall’IA e che in parte  oggi vota per Fratelli d’Italia. Avendo a destra un “mitologico” fascismo dispotico, autoritario e senza Parlamento, antieuropeista, antiatlantico e filorusso, e a sinistra un marxismo leninista ? Ezio Mauro tutti questi interrogativi li evita. Si limita, al di là della forzatura ironica, ad evocare alla fine la Dc. Ma ad ammettere nello stesso tempo che Forza Italia non potrà mai occupare quello spazio. E, mi viene da aggiungere che non lo potrà mai  occupare anche se si metterà in testa di “…camminare verso sinistra”.

Nino Labate

Pubblicato su www.ildomaniditalia.eu

About Author