“Governare” esige fermezza e questa, a sua volta, pretende serenità e compostezza. E resilienza. Anche un briciolo di umiltà. Almeno un briciolo. Cioè la consapevolezza – in fondo vale per tutti, immaginiamo per chi siede a Palazzo Chigi – che sempre ci si para davanti un compito superiore alle nostre forze. Se poi uno o una – ma ci vuole una gran classe – ci sa mettere quel giusto pizzico di autoironia, anziché viversi come l’incarnazione del destino – tanto meglio. La stizza tutt’al più va bene a comandare. Lo scontro tra esecutivo e magistratura che sta andando in onda, in questi giorni, a quale delle due categorie appartiene?
Giorgia Meloni sa recitare un linguaggio forte, tagliente, deciso in cui abbondano parole imperiose e toni ultimativi.
Eppure, sempre più accompagnati da un nervosismo crescente, che non avrebbe ragion d’essere se considerassimo l’ampio margine parlamentare di cui la maggioranza di governo dispone.
Da dove prende le mosse, dunque, questa fibrillazione urticante? Via via si passa dalla luna di miele con il potere alla gestione quotidiana delle cose, chiunque governi deve mettere in conto difficoltà, pietre d’ inciampo, imprevisti. Insomma, quella vasta gamma di situazioni che mettono alla prova del fuoco l’indirizzo politico del governo, la solidità della maggioranza che lo sostiene, ma anche la tenuta di chi regge il timone della barca.
Invece, di questo passo, l’Italia rischia di affondare nella rissa ed anche le opposizioni ne portano grande responsabilità. Quando un partito strutturalmente di destra si impanca di voler apparire di sinistra, non può far altro che del chiasso, esattamente come succede a Conte ed ai grillini che l’hanno impalmato come capo-popolo. Che poi il maggior partito dell’ opposizione – questo sì ambiziosamente di sinistra – non sappia far altro che accodarsi, come se PD e 5 Stelle gareggiassero a chi radicalizza di più lo scontro, francamente completa la disarmante desolazione del complessivo sistema politico.
La domanda non è oziosa, e neppure partigiana o provocatoria: siamo sicuri che l’ Italia sia davvero governata o deve cominciare ad arrangiarsi da sola? Quel che è certo è che manca, dovunque si volga lo sguardo, una visione, un orizzonte di senso che permetta ad ognuno di collocare sé stesso nel quadro di una prospettiva comune e solidale che sarebbe rassicurante. Al contrario, una percezione di precarietà genera nelle persone e nelle famiglie, sentimenti di insicurezza e di sofferta solitudine.