E’ ovvio che a Giorgia Meloni non piaccia com’è partito davvero male il progetto di spostare in Albania il più alto numero possibile di immigrati. Un grande fiore all’occhiello che avrebbe avuto tutti gli ingredienti per darle un ruolo europeo, se non addirittura oltre.
Peccato che, forse, la voglia di “fare” ha finito per confondere anche i giuristi suoi collaboratori che si sono dimenticati di leggersi l’elenco dei paesi considerati “insicuri” dalla Corte di Giustizia europea e, quindi, anche dai singoli stati nazionali.
Errore grave da matita blu. Che fa riflettere su come la “pancia” finisca per obnubilare le menti e, con esse, il Diritto. Invece, si è preferito ridurre tutto a dei magistrati considerati, complottisti, comunisti, non “collaboratori” ai quali, comunque, le decisioni prese devono essere contestate non in termini politici, ma giuridici. Perché questo avviene in una democrazia moderna dove nessuno è al di sopra della Legge e i magistrati svolgono la funzione di controllare la corretta applicazione delle norme. Ed hanno il dovere di intervenire, sapendo bene che altri gradi di giudizio sono a disposizione per chi non è d’accordo. Fino al massimo che è quello europeo.
E’ inutile girarci attorno. Bene ha fatto il Ministro Piantedosi, convinto del fatto suo, a ricorrere contro la decisione della Sezione immigrazione del Tribunale di Roma che ha stabilito, ed ottenuto, l’immediato ritorno in Italia di tutti e 16 i primi immigrati portati al di là dell’Adriatico. Non capiamo invece le scomposte reazioni di chi, dall’alto della sua posizione di Governo, sta aizzando la pubblica opinione semplificando cose complesse che non possono essere ridotte alla discussione da Bar sport dinanzi ad uno spritz o ad una “ombretta” di vino.
E’ un fatto di civiltà politica e giuridica che richiama la fondamentale divisione di ruoli e responsabilità degli Organi dello Stato, così come pensato nella nostra Costituzione nata dopo i vent’anni di arbitrio governativo fascista.
Ci sarà la possibilità di avere una risposta alla luce del diritto nazionale ed europeo. Se sarà stabilito che quella che noi pensiamo sia una decisione disumana, irrispettosa dei diritti di quegli esseri umani che definiamo immigrati “irregolari”, va bene, ci adegueremo con l’animo affranto e Giorgia Meloni continuerà con le sue costose deportazioni. Altrimenti …
Si tratta solo di attendere per un po’ e fare quello che sono costretti a fare tutti i normali cittadini: rispettare le leggi e, nel caso, essi riscontrino delle violazioni dei loro diritti poterli difenderli nelle sedi adeguate. Che non sono né i telegiornali né le pagine dei giornali “fiancheggiatori”.
Ora aspettiamo le decisioni del Consiglio dei ministri di domani. Ne faranno di ancora più grosse?