Grande visibilità mediatica per l’intervento della Procura di Padova che, sulla base di una sentenza della Cassazione, ritiene illegittimo quanto portato avanti dal sindaco di Padova che negli ultimi anni ha continuato a registrare come genitori legittimi e legalmente riconosciuti anche coppie omogenitoriali. e di conseguenza chiede che venga posto rimedio all’errore del primo cittadino di Padova, modificando parzialmente la registrazione anagrafica di 33 bambini.
Peraltro il Sindaco di Padova sapeva da anni che stava interpretando la legge con una certa …disinvoltura, forse confidando nella inazione delle Procure e dei competenti ministeri.
Repubblica, ossia il gruppo editoriale GEDI, probabilmente il vero attuale interlocutore politico del governo di destra e che utilizza di solito il PD come proprio ventriloquo istituzionale, ha subito cavalcato la notizia con un titolo shock, buttandola immediatamente sul sentimentale e sui diritti dei bambini. Sempre lo stesso gruppo editoriale da qualche giorno continua a proporre articoli sul diritto dei bambini ad avere dei genitori, sull’amore che queste coppie darebbero a questi bambini e che quando c’è l’amore tutto il resto non conta….
Non è il caso di approfondire cosa Repubblica intenda per “amore”, concetto assai complesso e non privo di fraintendimenti… Vale la pena allontanare il sospetto che ci sia una ben precisa campagna mediatica che, utilizzando i casi particolari e i buoni sentimenti affettivi, voglia creare nell’opinione pubblica un movimento di opinione favorevole alla “maternità surrogata”: è un classico nella storia di questo paese, dal divorzio in poi.
Sappiamo che se è vero che “operatio sequitur esse”, è altrettanto vero che “esse sequitur operationem”, specie nel mondo della manipolazione digitale e informativa: i casi sentimentali artatamente resi pubblici con grande rilevanza mediatica, creano un “mood diffuso” che trasforma le eccezioni in comportamenti “naturali”: la tragedia di Casal Palocco di qualche giorno fa è di una evidenza terrificante, soprattutto nei “like” che hanno fatto seguito alla documentazione della tragedia! In fondo il “like” non è uno spontaneo segno di gradimento emozionale, spontaneo e diretto?
Il punto posto dalla Procura di Padova è quello di riconoscere come genitore legittimo solo quello biologico (sentenza della Cassazione). Al di là del clamore mediatico, cosa succede nel concreto? Non è più legittimo dare al figlio, nato per maternità surrogata, il cognome del genitore non biologico, in quanto non può essere riconosciuto giuridicamente come tale.
Se la questioni sono l’amore e l’affetto verso quel bambino, sul piano fattuale non cambia un granché: chi impedisce a questa persona di continuare a voler bene a quel bambino anche se non può essere riconosciuto giuridicamente come genitore in virtù di una semplice “decisione affettiva” di un sindaco? E’ vero che siamo in una epoca “gender fluid”, ma autodefinirsi genitori perché lo si “sente” implica conseguenze non solo di sé, ma anche sul bambino coinvolto…. E che la “legge” si adegui automaticamente….
Certo, si creano alcuni spiacevoli equivoci per le 33 coppie coinvolte a Padova (i nuovi nati – sempre a Padova – sono stati quasi 32.000 nel solo 2022): il partner del genitore biologico, non essendo riconosciuto come genitore, non può accedere – se non delegato dal suo compagno – a svolgere alcune funzioni “genitoriali”: dare il consenso a procedure dove è richiesto il consenso, avere i “privilegi” giuridici del genitore riconosciuto dalla autorità civile (cartella clinica, informazioni riservate ai genitori da parte della scuola etc. etc.).
Peraltro, proprio negli ultimi vent’anni per tutti i genitori, naturali o adottivi, è un vero rodeo districarsi tra i meandri della burocrazia: firme doppie, certificazione del consenso del coniuge quando non fisicamente presente (ovvio, in una coppia eterosessuale non c’è mai la garanzia che uno dei coniugi non stia artatamente manipolando l’altro, usando il proprio figlio…) , co-presenza in alcune incombenze –di solito formali – che mettono a dura prova l’organizzazione famigliare di una “normale coppia eterosessuale”….(a proposito di conciliazione tra lavoro e famiglia…)
Sembra essere invece del tutto irrilevante Il fatto che un sindaco di una importante città italiana – Padova – da anni continua a comportarsi “contra legem”, in virtù di un suo convincimento, ancorché legittimo, che lo ha portato a non poter negare ad un bambino di avere due genitori, anche se dello stesso sesso e anche se nato da maternità surrogata in uno stato straniero…. Cosa si direbbe se un sindaco negasse ad una coppia omosessuale una serie di diritti sanciti dalla legge, in virtù di un suo personale convincimento, altrettanto legittimo come quello del primo cittadino di Padova?
In realtà, se ci fosse una precisa volontà di voler tutelare i bambini, sarebbe necessario mettere ordine logico alla gerarchia dei fatti:
- Il desiderio di un figlio – ottima cosa, specie in un periodo di crollo delle nascite –non dà origine al diritto di “fabbricarselo” a misura, grazie alla tecnologia, anche utilizzando un terzo come mero incubatore: il figlio è sempre altro da sé dal suo concepimento in poi e non può essere depotenziato ad “oggetto da amare”, anche se può essere “materializzato” grazie alla tecnica.
- Se un figlio viene concepito e fatto nascere contro ogni logica naturale e contravvenendo anche le leggi di uno Stato, è necessario trovare una soluzione che tuteli prima di tutto il bambino: e la soluzione non è quella che superficialmente alcuni Sindaci stanno provando ad attuare (supportati dal circo mediatico e da lobbies potentissime)
- Appurato che nessun genitore biologico si vuole occupare del bambino nato, né chi ha donato lo sperma, né chi lo ha fatto crescere per nove mesi nelle proprie viscere, va assolutamente individuata una coppia genitoriale idonea a far crescere questo bambino: via maestra è l’adozione. E l’adozione, una volta appurate la presenza di adeguate competenze genitoriali, può anche essere formata da due persone dello stesso sesso
- L’adozione è una pratica che ha un proprio ordinamento e una sua prassi metodologica perché non basta “desiderare un bambino” per essere genitori: lo sanno bene le coppie di genitori che intendono adottare bambini definiti adottabili, perché privi di qualsiasi genitore: ci sono equipe molto competenti che seguono questi percorsi certificando la idoneità, ossia la assenza di gravi pregiudizi per il bambino che deve essere affidato alle loro cure.
E’ necessario “aggiornare” alcune procedure o prassi di valutazione? Facciamolo. Serve renderle più veloci, senza dimenticare il rigore metodologico e valutativo? Molte coppie che hanno attivato percorsi per essere genitori adottivi, saranno grandemente riconoscimenti! Deve essere ricompresa la possibilità che anche coppie omogenitoriali possano adottare dei bambini, una volta riconosciute le loro capacità genitoriali?
La realtà famigliare è mutata e anche questa possibilità può essere contemplata (peraltro commissionare un bambino è di per sé un fattore di grave pregiudizio sulle capacità genitoriali: un bambino non è un oggetto da acquistare al market della scienza…). Questo è il percorso di tutela da perseguire per chi davvero vuole mettersi dalla parte dei bambini.
Il resto è pura propaganda ideologica, usata come arma politica da chi non sapendo come tutelare i poveri e gli “scarti” dallo strapotere della finanza e degli “affari”, si butta a capofitto in battaglie che discriminano davvero i veri poveri, confondendo – speriamo non intenzionalmente – i sentimentalismi e i desideri con l’amore genitoriale.
Sperando che la procura di Padova abbia solo applicato la sollecitazione del Ministro degli Interni affinché non fosse disattesa la indicazione della Cassazione nelle more di una migliore disciplina legislativa, senza troppo badare all’agenda politica del Parlamento di questi giorni…e alle relative convulsioni ideologiche di entrambi gli schieramenti partitici….
Massimo Molteni