Nel Mare Jonio si è consumata una delle più grandi tragedie dell’emigrazione sulle acque del Mediterraneo. L’ennesimo frutto di incapacità nel cogliere la portata di un fenomeno destinato a non finire a meno che non si intervenga sui tanti conflitti, sulle disuguaglianze di questo nostro mondo, sul commercio degli esseri umani, sulla mancanza di rispetto degli equilibri naturali. Tanti sono i motivi per cui decine di migliaia di disperate e disperati, e spesso con i loro figli, si avventurano in mare per cercare un futuro migliore, mentre la questione dell’emigrazione continua a non essere affrontata come dovrebbe.
Fino a quando non nascerà una nuova cultura e non si investirà in modo da far diventare l’emigrazione non un problema, ma una risorsa, non ci resta che pregare, riprendendo la prece di Papa Francesco.
Dio di misericordia, Ti preghiamo per tutti gli uomini, le donne e i bambini, che sono morti dopo aver lasciato le loro terre in cerca di una vita migliore. Benché molte delle loro tombe non abbiano nome, da Te ognuno è conosciuto, amato e prediletto. Che mai siano da noi dimenticati, ma che possiamo onorare il loro sacrificio con le opere più che con le parole.
“Ti affidiamo tutti coloro che hanno compiuto questo viaggio, sopportando paura, incertezza e umiliazione, al fine di raggiungere un luogo di sicurezza e di speranza. Come Tu non hai abbandonato il tuo Figlio quando fu condotto in un luogo sicuro da Maria e Giuseppe, così ora sii vicino a questi tuoi figli e figlie attraverso la nostra tenerezza e protezione”.
“Fa’ che, prendendoci cura di loro, possiamo promuovere un mondo dove nessuno sia costretto a lasciare la propria casa e dove tutti possano vivere in libertà, dignità e pace. Dio di misericordia e Padre di tutti, destaci dal sonno dell’indifferenza, apri i nostri occhi alle loro sofferenze e liberaci dall’insensibilità, frutto del benessere mondano e del ripiegamento su se stessi. Ispira tutti noi, nazioni, comunità e singoli individui a riconoscere che quanti raggiungono le nostre coste sono nostri fratelli e sorelle.
Aiutaci a condividere con loro le benedizioni che abbiamo ricevuto dalle tue mani e riconoscere che insieme, come un’unica famiglia umana, siamo tutti migranti, viaggiatori di speranza verso di Te, che sei la nostra vera casa, là dove ogni lacrima sarà tersa, dove saremo nella pace, al sicuro nel tuo abbraccio”.
Papa Francesco