Alla fine, tutti questi grandi “sacrifici” che i nostri due Robin Hood, Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti, hanno previsto per le banche si traduce in una cifra imprecisata, c’è chi parla di 2,5 miliardi, altri di 3,5, che in realtà sarà  un’anticipazione delle cosiddette DTA (deferrer tax asset uguale a imposte differite attive). Cioè, un’anticipazione delle imposte differite. Insomma, versano prima quello che comunque dovranno pagare.

Era stato tutto presentato come un accordo intercorso con l’Abi. Ma quest’ultimo, il “sindacato” delle banche, se ne è uscito con la seguente dichiarazione: «Il comitato esecutivo dell’Associazione Bancaria Italiana – si legge in una nota mentre è ancora in corso la riunione a Roma – udite le comunicazioni del Presidente Antonio Patuelli e del direttore generale Marco Elio Rottigni, ha deciso che l’Abi si esprimerà sul disegno di Legge di bilancio dello Stato quando sarà possibile esaminarne l’articolato».

Che cos’è, allora, una Legge di Bilancio sospesa? Un gioco delle parti?

In ogni caso, una cosa al limite dell’ignobile agli occhi di quei tanti, ceto medio, poveri e semi poveri che non possono aspettare la lettura del testo per decidere se essere contenti o meno. Perché loro il carico fiscale lo subiscono senza se e senza ma.

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