Un periodaccio per il sistema ferroviario italiano. Il caos di ieri, abbiamo saputo dal Ministro Salvini, è stato causato da un chiodo. Proprio così. Per colpa di un piccolissimo chiodo è saltato tutto e migliaia e migliaia di viaggiatori hanno subito ritardi di ore, se non sono stati costretti addirittura a rinunciare al tragitto programmato.
Prima della clamorosa informativa, a chi chiedeva qualcosa, il nostro Vicepresidente del consiglio e Ministro alle Infrastrutture e Trasporti rispondeva che lui non si curava delle polemiche e delle richieste di dimissioni, ancora una volta alzate a gran voce dopo il caos ferroviario dell’estate: stiamo lavorando per risolvere il guasto. E chissà quanti commenti sui social sono stati corredati da sue immagini su un traliccio o con un cacciavite in mano.
E del resto, un po’ se lo merita perché quando vai avanti a colpa di retorica del “fare, fare, fare” e poi i treni, non solo non arrivano in orario, ma magari neppure arrivano, è chiaro che ti attiri tutta l’ironia di questo mondo.
Già, i treni, una volta, arrivavano come previsto. Uno dai tanti messaggi mussoliniani senza che nessuno si preoccupasse di chiarire che, in realtà, i convogli erano gli stessi di prima e che viaggiavano nelle stesse condizioni di prima … solo che erano stati allungati gli orari.
Certo, abbiamo capito perché il nostro Ministro, impegnato a coltivare gli appartenenti ad una certa area nostalgica, questa espressione non l’ha mai usata. Forse perché sa quale siano le reali condizioni in cui sono finite anche le nostre ferrovie non appena, chiodo più o chiodo meno, sono messe sotto stress?
Non è certo possibile dare la colpa al Ministro Salvini di ogni incidente che blocca i treni, ma è anche giustificata la richiesta di dedicarsi un po’ al loro funzionamento piuttosto alla grande politica internazionale e di quei paesi dove, destra o sinistra, i treni davvero arrivano quasi sempre in orario… E se, in particolare, il suo impegno andasse ai problemi dei pendolari sarebbe ancora meglio.