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Il 1 maggio e le politiche di tutela del Lavoro – di Erminio Zanenga

L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro: l’articolo 1 della nostra Costituzione si sposa perfettamente col 1 maggio, una giornata particolare per i lavoratori, nella quale risalta in modo speciale l’importanza del lavoro come strumento di realizzazione personale e di servizio alla collettività. E non è un caso che proprio questo giorno sia legato alla figura di San Giuseppe, esempio emblematico di come l’operosità sia una dimensione essenziale della vita umana. Egli, infatti, fu un uomo umile e laborioso, un carpentiere che non mancò di assicurare il sostentamento della sua famiglia.

Questa premessa sintetizza tutta la bellezza di questa data a noi così cara. Insieme siamo impegnati a promuovere una visione del lavoro che rispetti la dignità umana e la sua libertà intrinseca. La dottrina sociale della Chiesa ci insegna che il lavoro è un diritto fondamentale, ma anche un dovere che ci richiede di impegnarci per il bene comune.

Per ottemperare a tale insegnamento, dovremmo sempre porre la massima attenzione affinché si garantiscano alle persone giuste condizioni lavorative, una retribuzione equa e dignitosa, la tutela della salute e della sicurezza, il diritto alla formazione e alla partecipazione alle decisioni che riguardano il lavoro stesso. Ne consegue che, valorizzando il lavoro come fonte di crescita personale e come contributo al bene della società, siamo anche spinti a sostenere l’imprenditorialità responsabile.

Ecco quindi che il lavoro non si può riassumere in un mero concetto astratto, bensì è una benedizione, un’opportunità per realizzare il nostro potenziale umano, per contribuire alla costruzione di una società più giusta e solidale. Per noi il 1 maggio rappresenta dunque l’occasione migliore per riflettere sullo stato del lavoro in Italia e nel mondo. Quelli recenti sono stati anni di profondi cambiamenti, a causa della globalizzazione, dell’innovazione tecnologica, della pandemia da Covid-19, delle guerre che piagano il pianeta.

Si è assistito a una crescita del precariato, alla rinuncia (specie da parte dei più giovani) a ruoli a tempo indeterminato, allo strazio dei salari erosi dall’inflazione. In questo contesto, diventa sempre più urgente promuovere politiche che tutelino i diritti dei lavoratori, che favoriscano la creazione di posti di lavoro dignitosi e che valorizzino la formazione e l’aggiornamento professionale. Inoltre, è fondamentale che le istituzioni pubbliche e private collaborino per costruire una realtà occupazionale più inclusiva, sostenibile e responsabile, capace di garantire la giustizia sociale, il rispetto dei diritti umani e la dignità di ogni persona. Riusciremo a plasmare e costituire una società più giusta, solidale e fraterna? La sfida ci attende… in labore fructus!

Erminio Zanenga

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