Nell’agosto del 1959 Giorgio La Pira compie una “visita diplomatica” nell’Urss.
Lo accompagna il giornalista Vittorio Citterich. Ma prima, il 13 Luglio, va a Fatima. Viene autorizzato a visitare il Carmelo di Santa Teresa a Coimbra, dove vive e prega Lucia.
Poi si reca a Lisbona dal cardinale Cerejeira per chiedere la sua benedizione e il permesso di portare il messaggio della Madonna in Russia. “Le apparizioni mariane sono segni forti dell’intervento di Dio nella storia umana”
Dietro la decisione di andare a Mosca c’è il desiderio di realizzare il primo pilone del “ponte mariano” per la conversione della Russia.
Durante il viaggio, partendo da una circostanza documentata il prof. La Pira parla – tra le altre cose(recita il rosario) – con Vittorio Citterich di Dante Alighieri …
Siamo su un aereo dell’Aeroflot, in volo verso Mosca.
Giorgio La Pira trae da una tasca una piccola edizione della Divina Commedia, che tiene sempre con sé, e legge uno dei più celebri passi del Paradiso: la preghiera di S. Bernardo alla Vergine Maria.
“Vergine Madre, figlio del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d’etterno consiglio,
tu se’ colei che l’umana natura
nobilitasti sì, che ‘l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.
………………………..
Qui se’ a noi meridïana face
di caritate, e giuso, intra ‘ mortali,
se’ di speranza fontana vivace.
CITTERICH : Sono sempre felice di ascoltarla, ed ogni volta sono sorpreso.
Trovo bellissima la sua lettura di questi versi … Comincio a pensare che Dante lo abbia spesso ispirato …
LA PIRA: Hai ragione! Io e Dante, abbiamo un comune maestro: il grande S. Tommaso d’Aquino; e un grande amore: la SS. Annunziata di Firenze, la cui festa- come tu sai- si celebra il 25 marzo. Il popolo fiorentino cominciava l’anno civile proprio da questa data. Ed è proprio da questa data e da questo luogo sacro, secondo la maggior parte degli studiosi, che ha avuto inizio il viaggio ultraterreno di Dante.
È il momento, cioè, in cui prende radice, nella storia di Israele e di tutti i popoli, il fatto centrale della storia totale della creazione cosmica e storica : il fatto della Incarnazione.
Dante infatti, nel De Monarchia, aveva fatto dell’unità del mondo in età augustea il fine irreversibile ed irrecusabile della storia del mondo.
Magnus ab integro saeculorum nascitur ordo “profeticamente” dice Virgilio, considerando – nel quadro del “destino di Roma”- il corso augusteo della storia.
L’Ara Pacis e le Res Gestae di Augusto sono fatti unitivi del mondo. Al tempo dell’Ara Pacis nasce Colui che porterà Verità e Giustizia a tutta l’umanità.
Nel cielo di Giove, Dante ci regala uno scenario ineguagliabile: una miriadi di luci, che roteando, accostandosi e unendosi, formano un’espressione di matrice biblica: “DILIGITE JUSTITIAM QUI IUDICATIS TERRAM”.
Al centro del testo biblico è la condizione del giusto: gli empi lo sottopongono «con ingiurie e tormenti/ per conoscere la sua mansuetudine/ ed esperimentarne la pazienza»
Ad un certo punto la M (un’emme gotica, dalle punte arrotondate) si va lentamente trasfigurando in un’aquila, insegna dell’impero romano: gli spiriti giusti appaiono come rubini splendenti, di fronte ai quali Dante ha un dubbio dentro di sé : “Com’è possibile che un uomo giusto, buono, senza peccato e che muore non battezzato e senza fede possa essere condannato da Dio. Dov’è questa giustizia, se essa lo condanna? Dov’è la sua colpa, se egli non crede?”. L’aquila, che parla con una sola voce e riesce a leggere nella mente di Dante il suo dubbio, gli risponde: «È giusto tutto ciò che si accorda alla volontà di Dio, nessun bene creato l’attrae a sé ma è Essa, che, irradiando la sua grazia nelle cose, le fa essere buone». Dante, tra gli uomini giusti, ricorda anche due pagani: l’imperatore Traiano che, risuscitato per le preghiere di San Gregorio, fu battezzato; Rifeo che pur non battezzato credette nella venuta di Cristo
La GIUSTIZIA di Dio,infatti, va oltre ogni giudizio umano: noi non vi possiamo penetrare. Ora spostiamo la nostra attenzione su un altro elemento, questa volta di natura giuridica: la fonte primaria della giustizia, della libertà e della pace di tutto il genere umano è il diritto. Il diritto legale che trasforma in regole il diritto naturale è il garante della giustizia. Ma se il diritto legale non avesse come contenuto il diritto naturale sarebbe pervertimento.
Dante infatti distingue uno Ius naturale da uno Ius legale, distinzione che pone il problema della giustificazione del diritto.
Cicerone nel De legibus affermava che la fonte prima del diritto si trova nell’anima dell’uomo. C’è una legge naturale: è da questa “lex” che bisogna derivare il diritto.
Mettere al centro l’uomo, il valore della giustizia, la sacralità del lavoro, significa ritrovare la base per ogni possibile convivenza tra culture, religioni e sensibilità diverse. Giustizia e Carità. Non vi può essere vera carità senza giustizia, perché la prima carità, la prima prova d’amore verso il prossimo è proprio quella di usargli giustizia. Non vi può essere vera giustizia senza carità in quanto la giustizia è una forma di amore, orientata al servizio dell’uomo.
Dio è Bene, è bontà per essenza: tutte le cose sono solo un «lume di suo raggio».
L’essenza della santità e quella dell’apostolato è questa: essere una trasparenza di Dio, investiti dalla sua luce, penetrati dalla sua carità … E senza la carità verso l’ultimo non può esserci né politica né giustizia. Bisogna avere un solo alleato: la giustizia fraterna, quale il Vangelo la presenta.
Lavoro per chi ne manca; casa per chi ne è privo; libertà spirituale e politica per tutti ; assistenza per chi ne necessita; l’amore per i poveri.
Cristo è il punto assiometrico, il punto finale della storia, il punto di Archimede. Cristo risorto è il fatto che condiziona -finalizzandola- tutta la creazione fisica e storica … è venuto a partecipare a tutti gli uomini la vita soprannaturale.
CITTERICH: Professore, stiamo per atterrare a Mosca. Sono stato felice di ascoltarlo. Mi levi una curiosità, quando si rivolgerà ai membri del Soviet supremo dell’URSS, cosa dirà ?
LA PIRA : Signori, io sono credente cristiano e dunque parto da una ipotesi di lavoro che, per me, non è soltanto di fede religiosa ma razionalmente scientifica. Credo nella presenza di Dio nella storia e dunque nell’incarnazione e nella resurrezione di Cristo: credo che la resurrezione di Cristo sia un evento di salvezza che attrae a sé i secoli e le nazioni ….
Credo nella forza storica della preghiera…
C’è chi ha le bombe atomiche, io ho soltanto le bombe di preghiera. E siccome ogni ponte ha due piloni, sono andato nel santuario occidentale di Fatima, dove la Madonna ha promesso la pace collegandola alla tradizione cristiana della Russia … e così costruire un ponte di preghiera tra Occidente e Oriente per sostenere, come posso, la grande edificazione di pace nella quale tutti siamo impegnat.
Nino Giordano