Il tema del cambiamento climatico, vera priorità del momento insieme a quella economica,  e dei connessi o meglio conseguenti eventi naturali di tipo catastrofale mi vedono presente ed attento, non solo quale ecologista da 40 anni, bensì per l’incarico di prima fascia svolto – con esiti “eccellenti” per dirla in termini burocratici – dal 2014 al ’20 presso il Dipartimento della Protezione civile della Presidenza del Consiglio. Oltre ad approfondire e proporre soluzioni tecnico-normative per l’adozione del “sisma bonus” e dei suoi benefici di legge, mi occupavo di studiare l’introduzione delle polizze assicurative per la copertura dei danni a persone e cose da eventi calamitosi, anche sulla scorta di un monitoraggio e della comparazione con i sistemi di altri Paesi in ambito internazionale.

Qualche tempo addietro ho avuto modo, già, di evidenziare l’inadeguatezza se non l’assenza di un programma o governance in materia di interventi atti a contrastare il dissesto idrogeologico. Oggi parliamo di quello che nel Palazzo veniva definito “lo spezzatino istituzionale”: in buona sintesi vi elencherò gli organismi, gli uffici e le istituzioni pubblici che, a vario titolo, si occupano (o almeno dovrebbero farlo …) di previsione e prevenzione meteorologica (ante fatto) e della gestione del territorio in seconda battuta:

1) Ministero della Transizione ecologica – Direzione generale Uso Sostenibile del Suolo e Risorse idriche,

2) Ministero delle Infrastrutture e Lavori Pubblici – Dip. Opere Pubbliche, Infrastrutture idriche,

3) Presidenza del Consiglio – Dipartimento Protezione civile,

4) Regioni, assessorati competenti,

5) Province,

6) Amministrazioni comunali,

7) Comunità montane,

8) C.N.R., Consiglio Nazionale delle Ricerche,                                                                                                                          9) ISPRA,  Istituto Superiore Protezione e Ricerca Ambientale,

10) Autorità di Bacino, regionali o inter-regionali,

11)  ARPA, Agenzie regionali per l’Ambiente

12) Servizio Meteo A. M.,  Aeronautica Militare,

13) Consorzi di Bonifica,

14) Contratti di fiume.

N. B. (I Magistrati delle Acque ed i Servizi Tecnici nazionali sono stati soppressi, ad libitum). Trattasi, a voler semplificare, di un vero ginepraio tecnico-amministrativo, in cui il peggio della nostra politica viene sbandierato e promesso invano, nonostante la prevedibile periodicità, dimostrata  dai 135 fenomeni naturali in quest’anno solare.

Facendo un passo indietro, possiamo richiamare la disposizione legislativa di cui all’art. 7 del D.L. 112/2008 che afferma: “entro sei mesi il Consiglio dei Ministri definisce la strategia energetica nazionale …”. Ecco, se detta pianificazione fosse stata fatta “ad arte” sarebbe stata utile anche per conoscere approfonditamente le anomalie e le tante fragilità del nostro sistema idrogeologico, sfruttando i droni oltre alle sofisticate tecnologie della Guardia di Finanza.

Michele Serra ha fatto una “sintesi brusca e incompleta” nell’affermare su La repubblica del 20 c.m. che “siamo cattivi e cretini”; aggiungerei decisamente “irresponsabili”! Cosa che è ben supportata dalla recente declaratoria della Corte dei Conti che ha denunciato “troppa frammentazione” nella gestione del sistema idrogeologico. In una situazione di siffatta confusione e complessità strutturale tra rimbalzi, dinieghi e vuoti di competenza è evidente che poi sguazzano sia la corruzione/concussione, sia un grado di irresponsabilità elevato e diffuso ad ogni ordine e grado dell’ordinamento statale o parastatale.

S’impone, dunque, con urgenza ed organica visione geopolitica lo studio e l’elaborazione di una legge – quadro che consenta di fare ordine tra le distinte e numerose disposizioni normative, nazionali e regionali, abrogando quelle superflue e richiamandosi alla legislazione europea.

Appare inoltre corretto riconoscere che è giusto e doveroso il fatto che le competenti Procure della Repubblica abbiano aperto subito i fascicoli  relativi a disastro colposo, omicidio plurimo ed altri reati a carico di ignoti – per il momento – nella legittima aspettativa di fare chiarezza sull’operato  degli organi pubblici (a cominciare dalla Protezione civile regionale delle Marche), con particolare riguardo alla “attività di programmazione, previsione e prevenzione dei rischi” da eventi naturali, come disciplinato dal sistema regionale di protezione civile. E proprio alla luce di questi dubbi il c.d. “modello Marche”, sbandierato da Fratelli d’Italia, risulta alquanto offuscato e tutto da verificare. Così come l’ardua tematica del cambiamento climatico e del risanamento idrogeologico sarà, forse, la “prova del nove” per il prevedibile (?), prossimo governo di destra-centro per la formazione del quale il Quirinale sarà certamente oculato nella scelta e designazione dei ministri nevralgici ed in grado di affrontare questa emergenza come le altre di rilievo nazionale (economica, energetica e post-pandemica).

Michele Marino

 

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