Bisogna riconoscere che il cardinale Ruini interviene ancora una volta con molta chiarezza sulla politica italiana accettando il fatto che, esprimendo da cittadino le proprie valutazioni, si apre al confronto con le opinioni altrui senza che esista quel velo rappresentato dal fatto che egli sia un “Principe della Chiesa”.
Diciamo subito che, sia pure con molte cautele, dovute alle sue precedenti vicinanze con Silvio Berlusconi e poi con Matteo Salvini, e a quella che egli considera come l’inesperienza di governo di Giorgia Meloni, nell’intervista concessa al riguardo al Corriere della sera ( CLICCA QUI), si respira comunque un’aria di sostegno e di compiacimento per la vittoria della destra.
L’ex Presidente della Cei rappresenta la fotografia di quella parte del mondo cattolico che, per tanti motivi, ha sostenuto la Meloni dopo aver fatto parecchi giri di valzer con Matteo Salvini (CLICCA QUI) giungendo a suggerire un incontro diretto suo con Papa Francesco a sugello del tentativo di ergersi ad alfiere della cristianità.
Ci sarebbe da discutere su quanto, come dice il cardinale, il successo del 25 settembre scorso della Meloni non sia frutto di un voto di protesta. Non è un caso che anche Matteo Salvini abbia riconosciuto il premio ricevuto dall’opposizione al Governo Draghi.
Purtroppo, come confermano altre parti dell’intervista del cardinale Ruini, si mischiano le carte in tavola solo per giustificare una scelta conservatrice su cui s’intende appiattire l’intero mondo cattolico e si finisce per dipingere un quadro che non corrisponde completamente alla realtà nel tentativo di edulcorare e rendere più palatabili le posizioni di Giorgia Meloni presentata addirittura come espressione dei moderati. E’ stata moderata l’opposizione di Fratelli d’Italia a Draghi? E’ moderazione danzare contro l’Europa mettendosi sulla stessa frequenza di Orban? E’ moderatismo andare a fare la passionaria tra i neofascisti spagnoli? Scoprire di usare dizionari diversi.
Non è solo il cardinale Ruini a farlo, ma è in atto il tentativo di accreditare questa destra come la continuatrice di Draghi. E già vediamo gli interessi che esplicano la loro forza anche negli articoli dei giornali che, addirittura, esaltano il ruolo da “garante” assegnato a Mario Draghi per la Meloni nei confronti di Germania, Francia e Commissione europea. Come se questi s’accontentassero delle chiacchiere e delle amenità raccolte dai nostri organi di stampa che dovrebbero assicurare ben altro tipo d’informazione.
Il cardinal Ruini torna su dei punti che non possiamo non condividere. Quali quello del crollo demografico e della piena attuazione della legge 194 che, nata anche per tutelare la maternità è diventata esclusivamente la legge sull’aborto. Ma ebbi già modo di contestare il convincimento del cardinale sul fatto che il suo rapporto privilegiato con centrodestra abbia portato “buoni frutti” (CLICCA QUI) quando ripensò alla sua esperienza da Presidente della Cei sotto cui prese avvio la cosiddetta Seconda Repubblica. Peccato, infatti, che questo centrodestra, diventato progressivamente sempre più destra, non abbia fatto assolutamente niente su tanti temi attorno cui i cattolici hanno da spendere un contributo del tutto specifico. Tanto che siamo costretti a riparlarne ancora adesso.
Per mantenere il suo punto di vista, il cardinale sorvola sulla promessa meloniana di giungere ad organizzare un blocco navale per respingere i barconi dei migranti. Una posizione davvero moderata…
Infine, non si può non parlare del cattolicesimo democratico. Il cardinale Ruini sembra delimitarlo solamente ad un generico, per quanto scontato, sostegno alla scelta democratica da parte dei cattolici. C’è molto di più, come ricorda il cardinale Matteo Zuppi in contemporanea sull’Avvenire, con il riferimento alla Dottrina sociale della Chiesa unico elemento di verifica credibile per ogni politica diretta alla tutela dei diritti dei singoli e collettivi. La Dottrina sociale significa solidarietà, ricerca della dignità umana e dalla Giustizia sociale. Il resto sono piccole cosucce che riguardano l’attitudine, da cui purtroppo anche i cattolici si sono lasciati travolgere, della mentalità del posizionamento in un gioco politico parlamentare diretto da altri.
Il cattolicesimo democratico è quello che ha contribuito a costruire un Paese uscito dal ventennio fascista, che ha resistito a spinte separatiste e che ha pagato sulle carni dei propri esponenti la violenza dell’attacco del terrorismo. Ha avviato politiche riformiste inclusive e partecipate che hanno consentito all’Italia di divenire una delle principali potenze industriali. E’ quello che ha costruito l’Europa. Non so a cos’altro pensi il cardinale Ruini e come riesca a conciliare ciò che è, oggettivamente, inconciliabile.
Giancarlo Infante