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Il cittadino, questo Signor nessuno – di Michele Marino

Qualche giorno fa mi sono imbattuto in una, nuova disavventura “istituzionale” che sembra fatta apposta per concludere, un po’ miseramente, la mia “avventura romana” (imminente il ritorno in Apulia). Udite, udite!

L’Avvenire di domenica scorsa ha dato ampia notizia ad una forte iniziativa del Coordinamento di 19 associazioni nazionali per il rilancio dell’istituto dell’affido, a cui io e mia moglie siamo tuttora molto interessati e che negli ultimi anni ha registrato una pessima gestione statale. Favorevole coincidenza è la presentazione di una proposta di legge d’iniziativa della sen. Elisa Pirro (M5S) che risulta raccogliere consensi trasversali (strano, ma dicono vero). Così mi reco da vecchio ottimista a palazzo Madama, ma – dopo un’inutile attesa – il personale addetto mi contesta gentilmente che non posso accedere perché “bisogna essere accreditati sulla lista della senatrice”! Bontà loro, a Roma si dice: “famo a capisse” …. Nessun media, né il portale del Senato della Repubblica ha informato il cittadino-suddito ed elettore di tale modalità da seguire.  Perciò mi sono appellato al fatto, incontestabile, che si trattasse di una conferenza pubblica su un tema di interesse generale, pubblicizzata senza detto onere, e nel luogo ove per eccellenza si manifesta la sovranità popolare scolpita nella Costituzione, alias di tutti i cittadini italiani. Parole al vento, tabula rasa.

Questo articolo d’opinione è, pertanto, un’espressione del libero e legittimo pensiero di chi si ribella alla condizione fattuale di suddito in un sistema (anche dell’informazione) ufficialmente democratico al fine di non diventare un cittadino connivente o complice di chi ci attanaglia, giorno dopo giorno e sempre peggio, nella morsa di una sciocca quanto inutile burocrazia di un apparato spesso autoreferenziale ed autosufficiente. Il Signor nessuno, lo ricordo, è il contribuente che deve sopportare quanto segue:

a) l’obbligo di soddisfare innumerevoli tributi, tasse, imposte e accise (“Giorgia” che si fa, si eliminano o riducono come promesso in campagna elettorale?), nonché accettare una massa di evasione/elusione da record europeo;

b) l’INPS cui non bastano tre anni per liquidare il TFS dopo 40 anni al servizio dello Stato;

c) le Ferrovie che hanno una doppia velocità: supersonica per i benestanti ed ottocentesca per i viaggiatori a livello locale o regionale;

d) strade e autostrade, talvolta impraticabili, talaltra ardue e lentissime a causa di interminabili lavori in corso con lunghi strozzamenti per svariati chilometri;

e) parcheggi scarsi/ssimi, specialmente a Roma e nel Sud;

f) mezzi pubblici, idem come sopra, compresi i taxi, inadeguati e spesso inquinanti;

g) in ambienti di lavoro illeciti, senza un minimo di garanzia sulla sicurezza per la salute, da cui deriva la piaga delle vittime, anch’essa a livelli record europei;                                                        h) giovani, laureati e non, che non hanno prospettive occupazionali, obbligati ad emigrare all’estero senza alcun desiderio di far ritorno in terra natìa.

A riguardo della politica economica, piuttosto che del miserando elenco di difetti e carenze nazionali m’è piaciuta la definizione data dal prof. Monti dei politici come spergiuri a riguardo della responsabilità in ordine agli obblighi inerenti il vincolo di bilancio che non sono rispettati.     “Ahi serva Italia, … non donna di provincia, ma bordello …”. Dante amava, sì, il “bel paese” (lo diceva ironicamente), ma non gli italiani che lo costrinsero all’esilio. – Siamo certi che sono trascorsi sette secoli?! Il Sommo poeta affermava anche che “solo i mediocri fanno politica” e che il tradimento è il peccato supremo.

Morale: si arriverà, chissà, a individuare i traditori della Patria che ci vogliono relegare a sudditi, isolandoli  o escludendoli dal Palazzo del potere?

Michele Marino                        

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