Sabato scorso ho partecipato all’assemblea di Insieme, partito animato da un gruppo di intellettuali, e mi sono compiaciuto per le presenze in sala e quelle on line, numerosissime.
Ho ascoltato tanti interventi e voglio sottolineare il particolare linguaggio usato, che ho trovato molto diverso da quello di esponenti politici ai quali siamo abituati.
L’essenzialità delle esposizioni delle problematiche ha evidenziato chiaramente la provenienza degli esponenti che hanno parlato, dichiarando la loro appartenenza al mondo dell’aggregazione sociale.
Si, il 19 ottobre vi è stato tanto sociale che si è posto il problema della politica in generale e di quella italiana in particolare, ravvisando la assoluta inadeguatezza della classe dirigente attuale, che persegue prevalentemente obiettivi particolari e parziali con la speranza di conservare il consenso ricevuto dalla minoranza dei votanti del popolo italiano.
Né è stata condivisa la strategia dell’opposizione, che si muove a specchio in relazione a come si atteggia la maggioranza, con un vuoto di proposte alternative per una società in evoluzione, ma piegata dall’assenza di politica per tanti anni.
Il richiamo ai risultati dei lavori della 50^ edizione delle Settimane Sociali a Trieste evidenziava un “senso di responsabilità nuovo”, auspicato da Mons Renna, che gli intervenuti manifestavano eloquentemente nei loro, pur brevi, interventi.
Mi sono ritrovato a mio aggio per la mia esperienza politica vissuta e perché con l’aggregazione di Iniziativa Popolare stiano percorrendo in parallelo la strada per arrivare alla formazione di uno strumento politico che sia riconosciuto meritevole di consenso dalla stragrande maggioranza del “popolo delle astensioni”, che ritrovi la soggettività della scelta e dell’appartenenza.
Infatti, Insieme e Iniziativa Popolare sono state le sole due aggregazioni che hanno resistito alle chimere degli accordi per le elezioni europee, dimostrando a risultati acquisiti, la nostra incompatibilità con i partiti personali oggi esistenti, animati dalle ambizioni dei leader e senza alcun ideale.
Nel mio breve saluto, alla fine della mattinata, ho ringraziato gli organizzatori per la cifra data alla manifestazione e ho proposto di valutare l’opportunità di condividere con Iniziativa Popolare l’esperienza del costituendo comitato per una proposta di legge di iniziativa popolare per introdurre “il sistema del Cancellierato” alla tedesca in contrapposizione al Premierato proposto da questo governo. Sarebbe una forma di collaborazione positiva tra due aggregazioni simili, che potrebbe dare frutti con manifestazioni e convegni nelle città italiane per spiegare la proposta e coinvolgere i cittadini a riflettere sul futuro del nostro Paese.
Sono convinto che bisogna uscire dalla radicalizzazione delle posizioni a cui ci ha costretto il bipolarismo, che diventa sempre più estremo, e chiamare a raccolta i ceti sociali al dialogo e alla mediazione per riproporre un “nuovo interclassismo” in chiave moderna, che non può essere invocato da partiti che diventano sempre più inconcludenti ed estremisti, peggiorando le condizioni di tutti, soprattutto dei ceti meno abbienti.
Il compito non è facile, ma siamo abituati a lavorare nella coerenza delle posizioni e nella testimonianza dell’impegno in politica di tanti anni.
Vitaliano Gemelli