Il Domani d’Italia ha pubblicato il seguente editoriale a firma di Cristian Coriolano
È probabile che Licia Ronzulli non avesse letto il comunicato dei socialisti europei quando, intervenendo ieri in un comizio elettorale per il rinnovo del comune di Pescara, ha rilanciato la centralità del suo partito. Invece di rispondere del perché Forza Italia sia alleata della destra nazionalista e sovranista, rivendica una funzione che neppure i numeri possono giustificare. Un tempo, per il peso dei voti raccolti nei momenti d’oro del berlusconismo, valeva sostenere che “nell’area di centro l’unico voto utile è quello dato a Forza Italia”. Oggi francamente, questa affermazione della Ronzulli, sembra fuori luogo o meglio fuori misura.
Un partito debole, almeno nei confronti del principale alleato di governo, non è in condizione di garantire un equilibrio incardinato su una posizione di centro. Ma non basta. Forza Italia partecipa o dovrebbe partecipare alla battaglia portata avanti anche dal Partito Popolare Europeo contro il pericolo di una destra radicale, fondamentalmente euroscettica. Al tempo stesso, però, condivide l’azione di governo con partiti nazionalisti (FdI) o antieuropeisti (Lega), costituendo un’anomalia rispetto alla visione e alla condotta delle forze di matrice moderata aderenti al PPE.
Cosa hanno detto nel frattempo i socialisti europei? “Non coopereremo mai, né formeremo mai una coalizione con l’estrema destra…Allo stesso modo – si legge nella dichiarazione resa appunto nella giornata di ieri – invitiamo tutti i partiti democratici europei a respingere con fermezza qualsiasi normalizzazione, cooperazione o alleanza con l’estrema destra e ci aspettiamo che questo impegno venga incluso formalmente e inequivocabilmente nei rispettivi manifesti e programmi elettorali, così come abbiamo fatto nel manifesto del PSE”.
Parole molto chiare. Da ciò deriva che dopo le elezioni non ci potrà essere, pena l’ingovernabilità dell’Unione Europea, un assestamento come quello auspicato da Forza Italia, ovvero l’apertura ai conservatori dell’ECR (di cui la Meloni è leader indiscussa). E questo rende implausibile l’ambiguo equilibrismo che la Ronzulli “neo centrista” propone agli elettori italiani. È vero il contrario: per rendere credibile una prospettiva in cui l’area di centro possa pesare a Bruxelles e a Strasburgo, non bisogna votare Forza Italia, ovvero non bisogna consentire che parta dall’Italia il messaggio per il quale si proietta sull’Europa l’alleanza sigillata attorno alla Meloni, in perfetta antitesi con quanto emerge nel contesto del dibattito europeo.
Le elezioni si fanno per scegliere una politica, non per imbrogliare gli elettori.