C’è un pesante silenzio sul Referendum per l’abrogazione della Legge elettorale, detta Rosatellum. I primi organizzatori del Comitato c’hanno detto del dietrofront della Cgil di Landini che inizialmente aveva assicurato appoggio e sostegno. Latitanza da parte del Pd e dei 5 Stelle.
Ora, è comprensibile l’atteggiamento della destra: ha formato il Governo proprio grazie al Rosatellum con la creazione di una vera e propria “armata Brancaleone” che trova nel potere l’unica ragione d’essere. Sorvolando, cioè, su temi importanti divisivi, tra Meloni, Tajani e Salvini, quali sono quelli della guerra in Ucraina e la posizione europea. Molto meno logico appare il disimpegno da parte di un Centrosinistra che giura di scommettere sulla carta del rinnovamento.
Elly Schlein è diventata Segretaria nei gazebo del PD proprio perché espressione di un’idea alternativa a quella del vecchio Partito democratico. Per troppo tempo distante dalle istanze popolari e che, lo si può ben dire, ha “vivacchiato” per alcuni decenni proprio contando su sistemi elettorali iniqui, antidemocratiche, verticistici, ma che comunque hanno il pregio, anche agli occhi degli apparati di quel partito, di garantire il fatto che, prima o poi, magari grazie alla pratica del “governo tecnico”, capirà, pur sempre, di governare.
Questo gioco tra destra e sinistra è sostanzialmente una partita perenne tra chi c’è già. Una versione moderna di quella “Convention ad escludendum” che oggi, però, significa tagliare fuori più della metà del corpo sociale dalla vita pubblica, come sta sonoramente a ricordare l’astensionismo.
Si dirà: ma incalza il referendum sull’Autonomia differenziata. Ma noi ce la facciamo a sostenere entrambi gli sforzi, figurarsi il PD e i 5 Stelle. Si aggiungerà: ci sarà poi quello sul Premierato. E noi non ci tireremo indietro neppure da quello sforzo.
Ma queste possibili loro affermazioni, utili solo a gistificare il silenzio, farebbero dubitare della presenza di una capacità di visione d’insieme oggi necessaria a tutti coloro che si dicono realmente intenzionati a mettere mano ad un’ipotesi di trasformazione del Paese.
Puo darsi, in effetti, che siamo di fronte ad un miscuglio di opportunismo e di carenza di una strategia. Perché è impossibile credere che Elly Schlein e Giuseppe Conte sottovalutino l’importanza del ruolo del sistema elettorale nelle vicende politiche. E sanno benissimo che quello attuale, come prima il “Porcellum”, favorisce solo la formazione di coalizioni posticce.
Ci si potrebbe, a questo punto, sentir dire che la legge elettorale verrà di per sé all’indomani dell’approvazione definitiva del Premierato. E noi potremmo rispondere che, se è quando accadrà, si potrebbe non avere più tempo per chiedere e ottenere un referendum. E lasciare così lo spazio solo al parto di un sistema di voto che potrebbe persino essere più pasticciato del Rosatellum.
Allora perché non lanciare subito un segnale e spazzare dal tavolo, già adesso se possibile, una Legge elettorale che, come le prededenti, c’ha dato solo governi macilenti, ma accompagnati da un Parlamento sempre meno degno di questo nome, e un’impetuosa fuga degli elettori dalle urne?
Schlein, Conte e Landini… considerate vostra semenza…e cercate di capire che, già oggi, c’è bisogno di gesti forti, di impegno generoso che vada oltre momentanei interessi di parte e che, soprattutto, è l’ora di dare voce ai cittadini e, magari, consentire loro di scegliere chi eleggere, invece che continuare a farli votare forzatamente per dei “nominati” dall’alto.
Giancarlo Infante