Due le priorità sulle quali è opportuno focalizzarsi: le risorse con le quali attuare il Piano di Resilienza e Ripresa, provenienti da tutto l’insieme, reso opportunamente organico e collegato di misure messo in campo tra Next Generation EU e vari altri Fondi tanto Europei quanto nazionali, l’esplicazione delle loro finalizzazioni, la Governance da mettere in campo per la spendita.
Su questa priorità chi scrive ha già scritto e pubblicato; continuerà a farlo cercando di dar conto di problemi ed ipotesi di soluzione fintantoché la soluzione non sarà definita e resa nota alla collettività. Qui oggi solo un accenno.
La Governance idonea a gestire le ingenti somme destinate alla ripresa dell’Italia non è stata ancora definita, alta la sfiducia nella italica capacità di spesa in modalità efficace da parte di chi dovrà farlo, il rischio dello sperpero per dispersione evocato da più parti.
I contenuti, adesso affidati alla supervisione del bravo e competente Ministro Gualtieri, sono in corso dell’ennesima rivisitazione saranno presentati probabilmente al Consiglio dei Ministri del giorno 8 Gennaio 2021.
Quando saranno rese disponibili ad un nuovo esame da parte del Parlamento le ipotesi di soluzione condivisibili?
Serve la consapevolezza che il programma Next Generation Eu e la sua realizzazione nel nostro Paese determineranno molti esiti relativi alla nostra idea di avvenire, alla costruzione del nostro Futuro. Quindi serve concentrarsi sul tasso di crescita che, post pandemia, il nostro Paese dovrà esprimere in ragione degli investimenti produttivi realizzati nelle aree, il Mezzogiorno e nei settori di business, logistica ed attrazione di altri investimenti, che maggiormente possano ripagarli con la crescita..
Adesso l’altra priorità, strettamente collegata alla prima.
Urge un progetto straordinario con i giovani al centro per ottenere che, anche grazie all’uso oculato e ben destinato dei Fondi di provenienza europea, non si perpetui la fuga dei cervelli più intraprendenti verso destinazioni diverse dall’Italia, per trovare lavoro, remunerazioni consone, futuro.
I risultati di un’inchiesta di Save the Children, realizzata dall’Ipsos, evidenziano percentuali elevate di abbandono, stanchezza, incertezza, preoccupazione.
Avverrebbe lo stesso se, in presenza, la Scuola insegnasse ad utilizzare al meglio tecnologie di conoscenza e relazione, robotica, applicazione dell’innovazione ai processi?
Serve ripensare la Scuola, da quanti più punti di osservazione possibile, con la persona al centro, in quanto elemento determinante per la costruzione del Futuro nel Paese della prossima generazione di cittadini, alla realizzazione del quale sono destinati i fondi di provenienza dal Next Genaration EU; né la Politica né le Pubbliche Amministrazioni potranno abdicare alla regola di “compiere i Doveri del proprio stato”.
Ignorando la considerazione di un Ministro che la guida del Governo sarà una sfida epocale che determinerà la qualità dell’intera Classe Dirigente italiana, il percorso intrapreso dalla Politica ancora oggi sembra andare in direzione opposta a quella sopra auspicata: si perde tempo a cercare vantaggi di fazione, si litiga in modo inconcludente su come spendere le somme rese disponibili dal Progetto Next Generation EU a vantaggio delle prossime generazioni di cittadini europei, tanto importanti per la ripartenza dell’Italia, sotto i due aspetti Governance e Contenuti; non si propone la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina rinunciando a realizzare una grande infrastruttura che riuscirà a collegare la Sicilia, porta sud dell’Europa, al suo Corridoio Europeo; anche a causa del clima di contrasto politico esasperato non si decide alcunché per evitare che una intera generazione venga ignorata nelle proprie esigenze fondamentali, educazione, istruzione, formazione delle coscienze, con importanti conseguenze negative anche per la proiezione futura della intera società del nostro Paese.
La stampa riporta la notizia del sorgere di comitati spontanei di studenti che manifestano per chiedere il ritorno della presenza in aula.
Quale componente del Dipartimento Mezzogiorno di Insieme ho proposto di aprire al nostro interno un dibattito sulla Scuola avente al centro l‘uomo, nella versione scolaro\alunno\studente.
Ho letto con grande attenzione ed interesse i due articoli pubblicati nei giorni precedenti da Flavio Felice, nella sua qualità di coordinatore del Dipartimento Nazionale Scuola di Insieme ed i tre di Luca Lecardane con riferimento alle città.
La odierna riflessione vuole, quanto più possibile, contribuire a questo dibattito, esplicitare le posizioni e porre alcune domande ai decisori.
La cifra stilistica del tempo che viviamo, l’incertezza, ci impone di imparare a convivere con questo stato d’animo, senza per questo smettere di proiettarci verso il Futuro, come orizzonte inesplorato, come momento di trasformazione dei rischi in opportunità.
E’ sempre vero che il percorso virtuoso per la costruzione della personalità di ciascun giovane partecipante alla comunità nazionale non consente di sottostimare nessuna delle necessarie tappe: educazione, istruzione, formazione, specializzazione, selezione.
La splendida similitudine tra il nostro tempo di dubbiosi tormenti, specie giovanili ma certamente non solo, è realizzata da Marta Cartabia (Le risposte dell’Università al tempo dell’incertezza, Corriere della Sera, 5 Dicembre 2020) accostandolo ai turbamenti di Dante (… nel mezzo del cammin di nostra vita …), al suo incontro con il Maestro, che lo rassicura e lo accompagna nella prima parte del cammino.
Interessante al riguardo anche un riflessione di Albert Einstein: “Non ho mai insegnato ai miei allievi. Ho solo cercato di metterli nelle condizioni migliori per imparare”.
Alla base di molto di ciò che avviene e non ci piace, c’è il difetto di buona formazione per mancanza di buoni Maestri, ai quali restituire dignità e di buone testimonianze, a partire da ciò che si impara o non si impara in Famiglia, a Scuola, nel mondo del Lavoro (da una riflessione di Giovanni Palladino). Per questo la Scuola e l’Università devono tornare davvero ad essere priorità del Paese e nella consapevolezza dei consociati, destinatari degli indispensabili investimenti in edilizia scolastica realizzata secondo le attuali necessità, disponibilità di laboratori, palestre, biblioteche, banchi con computer con connessione, invece dei calamai, strumenti, Docenti altamente qualificati e ben selezionati, arredi innovativi, purificatori d’aria di ultima generazione delle aule e dei locali comuni, per non privare la prossima generazione di cittadini di pensiero libero, creativo, critico e della capacità di fare bene ciò a cui ciascuno è chiamato; la Scuola deve riaprire per restare aperta appena possibile dal punto di vista sanitario in funzione del Bene Comune;: ne và delle sorti di Società e Democrazia del Futuro, poiché siamo destinati ad imparare e comprendere come vivere in un mondo diverso da quello vissuto fin qui ed a noi sconosciuto, sballottati come siamo circa il Futuro, tra crisi, speranza ed incertezze.
Nulla, o quasi, di quanto sopra potrà essere realizzato se non si risolverà il problema delle norme e della Governance della Scuola: l’attuale situazione di decentramento, nel momento della difficoltà, mostra tutti i propri difetti ed inefficienze
Infine la ricetta di Francesco Giavazzi sulla Scuola; poiché maggiore Produttività significa migliore capitale umano prima ancora che maggiore che capitale fisico, un progetto producente per la Scuola dovrebbe prevedere scuole sempre aperte tutto il giorno per gran parte dei giorni dell’anno affinchè divengano la casa degli studenti, rigorose selezioni del personale docente affinchè divenga capace di proporsi quale comunità educante, capace di rafforzare e verificare le nuove competenze digitali, di utilizzare al meglio i strumenti di apprendimento, i nuovi metodi di comunicazione, i rinnovati contenuti delle materie. ..
I decisori di oggi dovrebbero capire e tenere nella debita considerazione sentimenti e tomenti dei Giovani, fragili, talvolta abbandonati, talvolta soli con se stessi, nel tempo decisivo per la propria maturazione, con limitate prospettive di Futuro.
Infine una proposta: potrebbe essere realizzabile in tempi ragionevolmente brevi, una campagna vaccinale dedicata alla Scuola, ai discenti, ai docenti, al personale ATA, per tentare di chiudere questa stucchevole polemica?
Qualche domanda importuna e molesta: Se è vero come è vero che la Scuola è l’Istituzione dedicata ad educare coloro i quali muovono i primi passi dentro la Comunità ad essere soggetto ed acquisire maturità, a divenire soggetti autonomi, capaci di relazionarsi, quando servirà, a conoscere e capire ed infine al fare, con al centro lo scolaro\alunno\studente, perché nel corso dell’anno 2020 il dibattito pubblico non ha speso parole per tentare di indirizzare il Governo alle ipotesi di soluzioni più idonee ad affrontare il problema in direzione meno formale e burocratica di quanto si sia fatto? Perché solo banchi a rotelle ed ATA e non ipotesi di soluzioni relative a chiusure ultra prolungate e DAD (didattica a distanza tramite strumenti telematici), con la quale è stato garantito il principio costituzionale del Diritto all’Istruzione, difficile per molti, impossibile per moltissimi ad onta degli sforzi profusi e recepiti dalla minorità della fascia alta di docenti e di disastrati e trascurati discenti? Quando si deciderà di far frequentare le aule solo al 50% degli alunni, chi deciderà chi frequenterà? E con quali criteri deciderà? Quando una maggiore attenzione alle indispensabili conoscenze del Futuro (Lingue straniere, Informatica, Robotica, nuove Tecnologie, nuovi Materiali)? Quando l’attenzione alla valutazione dei Risultati confrontati con gli Obiettivi? Quando il rafforzamento del trasporto pubblico scolastico con il coinvolgimento degli operatori privati? Quando il reclutamento di una nuova categoria di docenti con le nuove skills richieste per insegnare nella Scuola dell’anno 2021? Quando la Politica assumerà contezza che nel nostro Paese è presente un grande problema di Missmatch, ossia la incapacità di collegare richiesta di lavoro ed offerta di lavoro, che impatta in modo importante sulla disoccupazione e sulla emigrazione dei Giovani? Quando l’attribuzione del Buono Scuola per gli alunni appartenenti a famiglie dai redditi inferiori a certe soglie ISEE? Quando un prudente coinvolgimento degli studenti delle superiori ai tavoli delle decisioni? Quando un impegno ragionevole per l’erogazione di Borse di Studio universitarie per necessitanti e per meritevoli?
INSIEME si vuole assumere il compito di enunciazione del problema vero (lo persona scolaro\alunno\studente al centro) e di proposta per contribuire nel rispetto dei ruoli, alle possibili soluzioni ed intende svilupparlo a vantaggio del dibattito pubblico per contribuire alle soluzioni dei problemi in tutte le sue declinazioni ed a molte voci.
Massimo Maniscalco