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Il “Giornalone” – di Massimo Brundisini

Non saprei dire se sia una pratica diffusa, ma io quasi tutti i giorni, oltre al blog di Politica Insieme, clicco su sito del “Giornalone” per leggere i titoli delle prime pagine di tutti i quotidiani italiani. Solo se mi imbatto in qualche titolo di mio interesse, mi reco allora in edicola, e spesso di quel quotidiano leggo solo quel determinato articolo. In qualche caso poi parte automaticamente la penna. La mia scelta è volutamente e rigorosamente bipartisan, essendo convinto che sia possibile trovare qualcosa di buono al di là di tutte le barricate.

Dopo la visione del “Giornalone” del 29 Ottobre, mi sono recato in edicola ad acquistare due quotidiani  che non cito perché l’importante è “il peccato e non il peccatore”.  La notizia che mi aveva spinto all’acquisto riguardava le recenti elezioni in Georgia.

Voglio partire da questo esempio per denunciare quella prassi ormai consolidata che, sulla valutazione dei tanti fatti di cronaca, ammette per il singolo individuo solo la possibilità di aderire alla verità enunciata da una delle parti della barricata. Chi non fosse d’accordo, e non avesse voglia di ingaggiare una polemica continua, viene di fatto costretto all’astensione, ormai il partito di maggioranza assoluta: 54% in Liguria, di gran lunga il primo partito. Anch’io avevo pensato in un primo tempo di astenermi su quella vicenda, ma poi ho pensato che fosse giusto affrontare la problematica.

Nel momento in cui prendiamo una posizione, in libera buona fede e basandoci su fatti il più possibile acclarati e concreti, ecco scatenarsi la rappresaglia a pallettoni di quella parte non d’accordo, ma con la quale magari un giorno prima avevamo condiviso un’altra posizione, ritenendola giusta, scatenando così le critiche, anche violente, della opposta controparte: una situazione conseguenza diretta del bipolarismo.

A parlare di questa problematica, in un brillante editoriale dal titolo “Facciamo un gioco”, era stato Marco Travaglio. Cerco di parafrasarlo, compito non facile. Partendo dal caso della paurosa ferita inferta dalla signora Boccia sulla testa di San Giuliano, ipotizzava le diverse reazioni di un certo opinionismo nel caso si fosse trattato di un cranio di sinistra colpito da esponente di destra. Stesso discorso se Jeff Bezos, proprietario del Washington Post, avesse bloccato, a una settimana dalle elezioni, il suo appoggio a Trump e non al Partito Democratico: sarebbe stato osannato da una parte della stampa invece che essere accusato di censura e di attacco alla democrazia. Stessa cosa, mutatis mutandis, per lo scandalo delle intercettazioni, che vede al centro un uomo vicino alla destra: la reazione dipende solo dall’appartenenza politica. Idem ancora per le elezioni in Georgia, dove il partito del Premier, dal bel nome “Sogno Georgiano” ha vinto con il 54% (casualmente la stessa percentuale degli astenuti in Liguria) contro il 37% della coalizione di quattro partiti filo europei, fatto che cerco di esaminare.

La presidente Zourabichvili ha chiamato la gente in piazza per gridare ai brogli, appoggiata dalla stampa filo-occidentale. Le proteste hanno portato ad un parziale riconteggio dei voti, che ha confermato la vittoria del partito “Sogno Georgiano”. La Procura Generale di Tblisi ha aperto delle inchieste, ma ha anche evidenziato che il rifiuto della Presidente, leader dell’opposizione, di presentarsi per fornire le prove delle sue accuse di brogli, rappresentava un ostacolo. Ma cosa sarebbe accaduto a parti invertite? Ci sarebbe stata la stessa levata di scudi? In Moldavia, ad esempio, gli atteggiamenti sono stati diversi.

Nel caso specifico, l’unica organizzazione ad avere autorità in materia, ovverosia l’OSCE, presente in forze con osservatori, aveva dichiarato, in un lungo e dettagliato resoconto, che sarà in seguito tradotto anche in italiano (CLICCA QUI) , che sostanzialmente si è trattato di un’elezione con qualche problematica, ma senza falsificazioni su larga scala (CLICCA QUI)    Il documento, di 22 pagine, così recita:” La missione di osservazione elettorale comprendeva 18 esperti nella capitale e 30 osservatori a lungo termine dislocati in tutto il Paese. Il giorno delle elezioni sono stati inviati 530 osservatori provenienti da 42 paesi, di cui 30 a lungo termine e 332 a breve termine inviati dall’ODIHR, nonché una delegazione composta da 60 membri dell’Assemblea Parlamentare dell’OSCE, un gruppo di 39 membri dell’APCE, una delegazione di 12 membri del Parlamento europeo e una delegazione di 38 membri dell’Assemblea parlamentare della NATO. Il voto è stato osservato in 1.924 seggi elettorali in tutto il paese. Il conteggio è stato osservato in 193 stazioni. Gli osservatori desiderano ringraziare le autorità per il loro invito ad osservare le elezioni, e la Commissione Centrale elettorale e il Ministero degli Affari Esteri della Georgia per l’assistenza. Inoltre esprimono il loro apprezzamento verso le altre istituzioni statali, i partiti politici, le organizzazioni della società civile e i rappresentanti della comunità internazionale per la loro cooperazione”.

Per chi vuole approfondire la questione, Maurizio Blondet titola così un suo articolo “Tblisi: Prove di Maidan in pieno svolgimento ” (CLICCA QUI).   Vi si può leggere, tra l’altro, questo commento: ”Il futuro europeo è stato appena portato via all’intera Unione Europea da Washington, che l’ha privata di un supporto stabile di risorse energetiche, ha fatto crollare la sua economia, ha attirato via le sue aziende di punta e, prima ancora, l’ha inondata di migranti illegali che si sono riversati in Europa a milioni a causa delle avventure americane in Medio Oriente e Nord Africa. Pertanto, è semplicemente stupido credere che l’UE possa ancora garantire a chiunque un futuro europeo”.

Le accuse della presidente georgiana si sono rivelate palesemente pretestuose e strumentali: sobillare la piazza per creare una situazione analoga ai fatti ucraini, è stato sicuramente un grave e rischioso attacco alla volontà popolare. Il popolo georgiano ha votato liberamente, e ritengo saggiamente, e si sono evitate conseguenze imprevedibili. Mi sono poi imbattuto casualmente in una bella e pacata intervista su Sky tg24 al premier georgiano, capo del partito “Sogno Georgiano”: finalmente una rappresentazione dei fatti e degli antefatti “normale”. Un grande apprezzamento per l’intervistatrice e per il Premier, un raro esempio di oggettività da ascoltare molto attentamente: dice il premier che il Governo è disponibile a discutere su tutto, ma è necessario un onesto dibattito. E se ben ricordo, Sky non è esattamente un’emittente filo-russa (CLICCA QUI) Qualcosa sta cambiando?

Meraviglia quindi non poco che taluni giornali, inizialmente, abbiano avvalorato l’ipotesi di brogli tout court, senza neanche citare l’autorevole documento dell’OSCE ma, incredibilmente, parlando, molto, troppo, genericamente, di osservatori stranieri non meglio identificati. Qualcuno ha deciso di essere più realista del re? La postura, forse troppo schierata, non aiuta nella necessaria ricerca di un’oggettività, che in molti casi può rivelarsi salvifica. Si invoca continuamente il primato della democrazia, salvo poi agitarsi quando il popolo decide, e come in questo caso avrà i suoi buoni motivi, in maniera diversa dalle nostre idee. E decide di snobbare i soliti pifferai. O forse, d’accordo con Biden, dobbiamo considerare chi vota diversamente da noi “spazzatura”?

Nel già citato editoriale, Travaglio conclude il suo editoriale dicendo:” Sempre più gente non vota perché non ne può più di chi dà ragione agli amici che hanno torto e torto ai nemici che hanno ragione”. Se non riusciamo a fermare il circolo ultra-vizioso delle faziosità a tutti i livelli, il futuro della democrazia, e forse dell’Umanità sarà, se sarà, tutt’altro che magnifico.

Massimo Brundisini

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