C’è davvero da chiedersi se sempre pensano prima di parlare. E questo, purtroppo, non vale per i più esagitati, come è stato nel caso del Sottosegretario, Andrea Dalmastro, che ha presentato un nuovo cellulare in uso alla Polizia penitenziaria come strumento per vessare i detenuti. Ovviamente, ciò non vale, quando questi sono amici e conoscenti per i quali s’invoca garantismo e rispetto dei diritti umani.

Sempre per restare nell’ambito del Ministero della Giustizia, ci riferiamo adesso alle dichiarazioni di una persona simpatica, preparata e tranquilla come abbiamo sempre considerato un collega di Dalmastro. Lui, però, è Viceministro di Nordio, e cioè il senatore Francesco Paolo Sisto. Il quale ha pensato opportuno intervenire nel duro confronto in atto con la Magistratura, di cui abbiamo parlato anche ieri (CLICCA QUI). E lo ha fatto ripetendo un ritornello che ascoltiamo quasi ogni sera nei “talk-show” televisivi da parte degli esponenti della destra sul fatto che hanno vinto le elezioni e che sono stati eletti come se questo desse automaticamente una patente di qualità certificata.

Lo sappiamo che hanno vinto! Anche se farebbero bene a dimezzare le percentuali di rappresentanza che si assegnano visto che metà dell’elettorato si guarda bene dal recarsi alle urne. E ieri lo hanno riconfermato gli emiliano – romagnoli e gli umbri. Ma quello che più colpisce in queste dichiarazioni, spesso ripetute anche in occasione dell’emergere di scandali o di vicende molto discutibili in cui sono coinvolti pure autorevoli esponenti di governo, è che sembrano attribuire al voto il valore di un’assoluzione. L’urna che diventa un “lavacro” di ogni cosa.

Andando alla sostanza, la dichiarazione di Sisto, “i parlamentari sono i rappresentanti degli elettori e i giudici no!”, non solo inacidisce ulteriormente il vero e proprio conflitto in atto tra politici di destra e la Magistratura, ma rischia di essere, sia pure involontariamente, fuorviante, riduttiva e sicuramente al di fuori dello spirito e della sostanza della Costituzione che fissa la divisione dei ruoli e delle responsabilità tra gli Organi dello Stato. E ai nostri Padri costituenti non sfuggì certamente che i parlamentari sarebbero stati eletti e i giudici incaricati sulla base di un percorso ben fissato dalla nostra Carta. E che Dio ci scampi e liberi da altri modelli, ad esempio quello statunitense, dai magistrati eletti. Cosa che con il passare del tempo, e il modificarsi della lotta politica, anche sulla base di una divisione di quel Paese sempre più lacerante, sta facendo emergere tutti i limiti di una democrazia malata.

Nel corso di svariati decenni sono emerse gravi criticità nel Sistema Giustizia. E talune sono state legate anche ad una eccessiva “politicizzazione” rimproverata ad una parte, fortunatamente, largamente minoritaria di giudici e magistrati inquirenti. Ma questo non giustifica l’arroccamento punitivo, dal sapore talvolta vendicativo, da parte della Politica. E i politici si devono mettere in testa una cosa ovvia: anche per essi vale il senso di una Giustizia uguale per tutti.

Esistono i meccanismi di tutela personali e per gli atti ufficiali assunti. Il problema, allora, è che si rafforzi sempre di più quella parte della Costituzione, dall’art 101 al 113 , che definisce ruolo e responsabilità degli amministratori della Giustizia. E questo indipendentemente dal fatto che i parlamentari siano votati, e a metà, lo ripetiamo, dal popolo. Anche perché essi sono mandati in Parlamento per assicurare a tutti una giustizia più efficace, giusta ed equa, ma non sembra che finora abbiano raggiunto risultati esaltanti..

La sua ha voluto dirla, ma su un altro tema, anche il Ministro Valditara che ha trasformato il proprio intervento alla presentazione della neonata Fondazione Cecchettin in uno strampalato messaggio razzista e xenofobo contro gli immigrati accusati di essere i principali stupratori e femminicidi nel nostro Paese. Una cosa assolutamente smentita nel caso specifico e, in generale, dalle casistiche di un fenomeno che sta diventando una vera e propria piaga sociale e che sa molto di “italiano”. Anche lui è stato votato dagli elettori, sia pure con il sistema elettorale che conosciamo. E questo assolve le cose che dice? E, ahinoi, il fatto che ce l’hanno messo pure a guidare il Ministero dell’Istruzione?

 

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