Leggo con piacere come Giorgio Merlo ritenga il maggioritario non regge più e che bisogna cambiare musica. È musica alle mie orecchie questa attuale di Merlo. Spero che l’ascoltino anche quanti, due anni or sono, mi rimproveravano di seguire le alleanze solo sul vento mutevole della convenienza. Ma la mia visione politica era ed è tuttora ben fondata sulla visione di Sturzo che fonda la politica sulla concretezza della concezione programmatica e che giudica le scelte da operare solo sulla convergenza sugli obiettivi concreti da realizzare.
Non vi alcuna convenienza personale o di parte da conseguire. E su questo convenivano altri come Guardini, De Gasperi e Moro. Questo è il solco già tracciato e da riprendere, riconoscendo (ed io per primo, nel mio piccolo, come ho già fatto) il grande errore della cosiddetta democrazia dell’alternanza che, insieme a visioni di tipo pseudo-politologico antistoriche, ci ha portato al disastro attuale. All’epoca Roberto Ruffilli, Sandro Fontana, Guido Bodrato inutilmente si opposero a tali astrazioni politologiche, sulle quali vedo che, al contrario, Romano Prodi ancora insiste.
Giuseppe Ignesti